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Piove dentro al PalaRubini, ma mister Brown è più forte di Casale e del diluvio



- Il Piccolo -
29/11/2012 11:39 - Piove su Trieste , piove nel PalaRubini, ma non piove sull'Acegas, che mostra la sua faccia più bella e costringe alla resa la Novipiù Casale Monferrato nell'andata dei quarti di Coppa Italia. Era cominciata con la pioggia sul parquet a causa di un'infiltrazione dalla volta del palazzo, c'era a un certo punto anche il rischio che si dovesse traslocare a Chiarbola per giocare la partita. Si è iniziato così con un raccattapalle costantemente in campo con un panno ad asciugare il parquet ogni volta che l'azione si spostava dall'altro lato, si è finito con Giove Pluvio che ha dato pausa e con i pochi intimi sugli spalti (3-400 al massimo) ad applaudire i beniamini biancorossi. Che bella Acegas e che bella vittoria. L'88-77 non è una garanzia per la partita di ritorno e qualche rimpianto può esserci legittimamente, se si pensa che a un minuto e mezzo dalla fine il vantaggio era di 19 punti. Ma resta l'immagine di una squadra che non si arrende mai e soprattutto che non ha paura di niente e nessuno. Dalmasson ha giocato con una squadra corta (solo 8 in campo), ma ha ottenuto grandi prove da chi c'è stato. Carra, Gandini, Brown, Thomas, in parte Mescheriakov e in parte Filloy, un bravissimo Fall, un Mastrangelo versione zanzara tigre. Bisognava tirare fuori una prestazione soprale righe, per riuscire a farcela, i bianco-rossi l'hanno saputa realizzare. Un'Acegas viva, con 4 persone in doppia cifra, tre delle quali anche in doppia-doppia, finalmente una partita giocata quasi interamente nell'area avversaria e uno strepitoso 100/100 dallalunetta (15/15). Inizio flash di Brown, che fa 4 su 4 al tiro in 4' e permette all'Acegas di mettersi avanti. Ma dura poco, perchè con le entrate di Butkevicius e le bombe di Ware e Malaventura la Novipiù sorpassa (14-10 al 6'). C'è molta più Casale che Trieste, nella seconda parte del parziale, la differenza di qualità sul parquet è tanta e i piemontesi con un paio di imbucate di Pierich arrivano fino al 19-12.13 punti di Filloy chiudono il quarto sul 15-19. Ma l'Acegas non ha voglia di soccombere subito: tre giocate da 2+1 (Filloy, Nikita, Brown), più una schiacciata di Brandon in contropiede da recupero palla e i biancorossi, con un parziale di 11-2, ritornano avanti: 23-21 al 12'30". Le "prodezze" dell'arbitro Moretti, che vede (solo lui, peraltro) soltanto i falli contro l'Acegas (Thomas e Mescheriakov nell'attimo di un respiro se ne vedono fischiare 4, tutti da lui) e mai quelli a favore, svegliano il pubblico e provocano la reazione dei giocatori biancorossi. Inizia una fase di tiro al bersaglio da una parte e dall'altra a suon di bombe ed entrate, il tabellone corre all'impazzata. Si va al riposo lungo sul 37-36. Si torna in campo con l'ispirato Mastrangelo (due bombe consecutive dalla stessa mattonella) che tiene avanti l'Acegas. Ma dall'altra parte sono tanti a rispondere, Ware e Mar-tinoni in primis, e a metà del terzo parziale di nuovo i piemontesi mettono il naso avanti (53-49). Dalmasson chiama timeout, sigilla la sua difesa e co n un nuovo break di 12-0 in 3' Trieste riprende il largo (61-53 al29'). Casale con le solite bombe (Malaventura, Pierich) prova a rientrare, ma l'Acegas adesso gioca gagliarda e non lo consente: difende con il sangue agli occhi, schiaccia Thomas, bombarda Carra e il vantaggio varca la dopia cifra (70-59) a 7'35" dalla fine con la schiac- data di Fall sull'alley-hoop di Thomas. In un'entrata si fa male Green (un danno grave, probabile frattura nella zona della caviglia sinistra) e deve uscire, Casale perde un punto di riferimento e anche un po' la testa (tecnico alla panchina), Trieste sfrutta l'occasione: la tripla di Filloy regala il 79-65. L'Acegas ormai è in trance agonistica, Gandini è il signore delle plance, la tripla di Thomas regala addirittura il +19 (86-67) a un centinaio di secondi dalla fine. Ma Casale non è ancora fuori dalla partita: due bombe a segno (Malaventura addirittura da almeno 8 metri) e si finisce sull'88-77. L'impresa riesce a metà.

Matteo Contessa
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...perché il basket, come qualsiasi altra disciplina, porta il nome della città sui campi d'Italia, su internet, sulla bocca di tanti...

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