Quando, saltò l’accordo tra Barcellona e la cestistica e avvenne il trasferimento a Messina, il nostro disappunto toccò cime vertiginose, in quei mesi avremmo dato fuoco ad uomini ed istituzioni, non fu facile darsi pace. L’anno dopo, in C2, in più di 2000 ci ripresentammo al Palalberti con tanta rabbia ma con altrettanta passione, la pallacanestro che aveva entusiasmato le nostre domeniche, non aveva una collocazione gerarchica in C quanto in A noi c’eravamo.
Io spero che l’Igea possa salvarsi dal fallimento societario che potrebbe avere effetti irreversibili, auspico l’intervento di un azionariato che impedisca il tracollo, poco conta la retrocessione l’importante è poter ripartire anche dal gradino più in giù.