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Castellucci: ''Igea Virtus tiriamo fuori l'orgoglio''
Il tecnico scuote la squadra per uscire dalla crisi: «Insieme dobbiamo venirne fuori».
Tratto da Corriere dello Sport
Autore: Mino Licordo
Sconforto, più che rabbia. Senso di impotenza, più che rassegnazione. Voglia di risollevarsi mista alla spiacevole sensazione di non essere in grado di farlo. E' strano il calcio. Trenta secondi di recupero in meno e in casa Igea Virtus il bicchiere sarebbe mezzo pieno. Senza quel gol del Cassino arrivato allo scadere dei cinque minuti di recupero e realizzato per di più da un ex, Giannusa, su calcio piazzato, oggi l'Igea si interrogherebbe su un approccio non proprio brillante alla partita. Lo farebbe con l'orgoglio di aver riequilibrato una gara che sembrava stregata e soprattutto con un punto in più in classifica, che magari non le avrebbe cambiato la vita ma certo l'avrebbe resa meno amara.
I se e i ma, però nel calcio lasciano il tempo che trovano. Quel gol è arrivato a segnare la terza sconfitta in tre gare casalinghe e l'apertura ufficiale della crisi, al di là di alcune positive indicazioni:
«Il calcio sa essere terribilmente spietato - sintetizza il tecnico Castellucci - quando la partita sembrava già chiusa è arrivato questo gol che ci ha rovinato la giornata. Perdere fa sempre male, perdere così lo fa ancor di più».
In verità, però, non è che l'Igea avesse entusiasmato, al di là del pareggio che tutto sommato poteva starci. Ed è troppo semplice parlare solo di sfortuna e di episodi. I problemi sono ben altri:
«Nessuno di noi ha parlato di sfortuna - chiarisce Catellucci - Se le cose non vanno è solo per colpa nostra. Siamo tutti responsabili, io per primo». Il tecnico si mette sul banco degli imputati, anche se l'impressione è che abbia fatto tutto ciò che poteva. Il problema, semmai, è che questa squadra, costruita in ventiquattrore dal diesse Barone dopo il fallimento della trattativa per la cessione della società al gruppo Piraino, ha evidenti limiti tecnici. Manca, soprattutto, uno stoccatore d'area. Il bomber alla Di Cosmo o in alternativa alla Montella, gli uomini della provvidenza dell'anno scorso. Ricciardo è da oscar della sfortuna (è ancora out per problemi fisici), La Porta e Bongiovanni due valide seconde punte ma non certo uomini da 20 gol, Cocimano troppo poco esperto, il marocchino Nabil ancora un oggetto misterioso (il suo tesseramento slitta di giorno in giorno per questioni burocratiche). Insomma, non stupisce che questa Igea abbia segnato appena due gol nelle prime sei gare. E poi c'è l'aspetto psicologico che indubbiamente condiziona il lavoro della squadra. Spaventata, più del giusto:
«Tutte considerazioni che stanno bene quando si parla di una squadra ultima in classifica - dice Castellucci
I numeri sono impietosi, ma sono numeri e vanno rispettati. L'unica cosa che possiamo fare è continuare a lavorare per tentare di uscire dalla criri. Non abbiamo altre soluzioni. Insieme dobbiamo venirne fuori».
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