LA STORIA DELLE VARETTE

TRATTA DAL SITO "www.processionemisteritp.it"
Redatta da Melo Freni

Come trapanesi siamo abituati a pensare solo alle nostre processioni della Settimana Santa, o al massimo a quelle limitrofe.
In tal modo, dimentichiamo o sconosciamo che nel resto dell’isola, così come nel mezzogiorno d'Italia, si celebrano riti e tradizioni legati alla Passione e Morte di Gesù, la cui importanza e storia va considerata e soprattutto conosciuta.

E grazie alle foto di Nino Tedeschi, alla fondamentale disponibilità e collaborazione di Francesca e del fidanzato Massimo che hanno alla fine ceduto alle insistenze del nostro Salvatore Accardi, che siamo lieti di ospitare su questo sito le belle immagini delle processioni che si celebrano il Venerdì Santo a Barcellona-Pozzo di Gotto.

Quando per recarci a Roma o al nord prendevamo il treno , la fermata a Barcellona-Pozzo di Gotto era una di quelle che annunciava l’ormai prossimo Stretto di Messina per chi andava su o l’inizio dell’avvicinarsi a Palermo per chi tornava a casa. E quel nome così lungo ci evocava il nome della metropoli catalana più che la storia di due distinti nuclei abitativi, Barcellona e Pozzo, che solo nel 1836 si fusero in un unico comune.

Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina, sorge nella costa settentrionale tirrenica della Sicilia, ai piedi di dolci colline, ricche di oliveti e vigneti.

Anticamente Barcellona e Pozzo di Gotto erano due semplici casati.

Pozzo di Gotto sorse almeno due secoli prima di Barcellona ed il nome sembra derivare da Nicolò Goto, messinese, stabilitosi in quelle terre verso il 1643 e che per ragioni agricole vi avrebbe impiantato un pozzo.

"Barsalona", come anticamente era chiamata, fino al 1522 era una semplice contrada e le origini di questo nome sembrano ovviamente legarsi agli spagnoli anche se non manca chi voglia legarle ad una certa Graziosa Barsalona.

Nel XVIII secolo, gli abitanti di Barcellona aumentarono considerevolmente e accresciutisi anche dal punto di vista commerciale poco sopportarono il pagamento di ingenti tasse. In quel periodo, per domare i disordini scoppiati tra la gente, venne eletto un procuratore che diede vita all’autonomia amministrativa di Barcellona.

Col passare degli anni gli abitanti dei due pesi si resero conto che il confine tra le due comunità, rappresentato dal torrente Longano che bagnava le rive dei due paesi era divenuto ormai anacronistico data la comunanza di interessi e così il 1° giugno 1836 si sancì la fusione tra i due comuni sotto il nome di Longano. Ma per ricordare gli antichi fasti , il re Ferdinando II° di Borbone, decise con ordinanza del 17 giugno 1836 che il nuovo comune avrebbe portato il nome di Barcellona Pozzo di Gotto.

Barcellona e Pozzo di Gotto possiedono due Arcipreture, e vantano, in occasione del Venerdì Santo, due distinte processioni .

Si tratta di ventisei “ varette “ che riproducono i Misteri della Via Crucis e questa peculiarità è alquanto significativa per noi trapanesi , dove i nostri gruppi dei Misteri seguono una cronologia non legata alla Via Crucis ma alla fantasia degli artisti e dei consoli committenti che vollero riprodotte scene talvolta non narrate neppure nei vangeli apocrifi. E questa peculiarità della processione trapanese, unica nelle rappresentazioni del Venerdì Santo, non è adeguatamente capita e valorizzata dagli stessi trapanesi che non riescono o non vogliono sensibilizzare gli organismi competenti affinché questi capolavori d'arte ricevano il meritato riconoscimento e la degna conservazione e tutela.

Tornando alle processioni barcellonesi, esse si dividono in due distinti filoni : quello di Pozzo di Gotto, dotato di “varette “ più antiche che risalgono al 1800, ad eccezione dell’ “ Ecce Homo “, databile intorno al 1700 e l'altro al filone di Barcellona caratterizzato da creazioni più moderne, risalenti ai primi ani del ‘900.

L'origine della sacra manifestazione barcellonese risale al 6 Aprile 1871. In una memoria, si legge:"Per la prima Passione concorrono tutte le migliori famiglie alla contribuzione per formare tutti i Santi e particolarmente la chiesa di San Giovanni, a proprie spese formò la varetta della Cera (opera dell'artista Barcellonese Carmelo Vani) e il Crocifisso spirante per restare una memoria per l'avvenire per tutti quelli che verranno in appresso".

Si tratta quindi di una rassegna di statue che rievocano le varie fasi della Passione di Cristo, dalla Cena fra gli Apostoli alla Deposizione nel Sepolcro. Alcune di queste statue, come il "Signore all'orto" e l’ " Ecce Homo", colgono la figura del Redentore in atteggiamento di ieratica mestizia e di ascetico abbandono alla volontà del Padre Celeste. Non manca la "varetta" del "Signore Morto", preceduta da un gruppo di soldati, i cosiddetti "Giudei", con elmo e lancia, e coi costumi scarlatti dell'epoca messianica.

In ciascuna delle “ varette “, oltre ad essere rappresentato il singolo evento, viene simboleggiato il luogo e lo scenario dell’episodio avvenuto ed il pellegrinaggio al seguito, ha un momento solenne quando le due processioni si incontrano sulle vie del ponte Barcellonese ( Longano ) secondo l'antica tradizione.

Le "varette" si snodano in una ricchezza di fiori e di luminarie, seguite da gruppi di uomini che cantano la "Vexilla". La cantano a squarciagola, ma con una melodia tradizionale, forse di origine locale, che esprime la semplicità religiosa dell'anima popolare. ". Dietro ogni vara, infatti, una polifonia di voci popolane intona un antico motivo, costruito sui versi del poeta latino Venanzio Fortunato (530-601)* : “Vexilla Regis”.**