Ben 13 società su 16 di Legadue hanno aderito la settimana scorsa ad una iniziativa del settimanale SuperBasket:
pagando circa 1.000 € ogni club aveva la possibilità di personalizzare la copertina del settimanale avendo inoltre a disposizione anche la quarta di copertina (in pratica l'ultima pagina della rivista, quella più appetibile per gli investitori pubblicitari). Naturalmente il distributore della rivista si impegnava a distribuire nelle singole città e nelle province vicine la rivista con la copertina dedicata alla squadra locale.
Questa iniziativa, che dovrebbe portare nelle casse di SuperBasket oltre ad un importo di circa 13.000 anche un incremento delle vendite, dimostra che più del 75% dei club credono ancora nelle iniziative editoriali cartacee. La logica conseguenza di questo interesse portava a ipotizzare che, esattamente come nelle 9 precedenti presentazioni del campionato, la Legadue il 23 settembre avrebbe messo a disposizione dei media e dei suoi 16 club il tradizionale Year Book. Anzi, l’occasione che veniva servita su un piatto d’argento era quella di celebrare il suo decimo campionato con una edizione ancora più completa: magari con una bella storia dei precedenti 9 campionati e dei suoi protagonisti oltre ad una sezione dedicata al campionato numero 10 che cade appunto nel 2010-11. Per avere qualche idea bastava guardarsi intorno e vedere come si fa: la Lega Basket Serie A, con il suo bellissimo Almanacco nel quale ha saputo coinvolgere da due anni un partner di prestigio come la Panini, poteva essere un esempio da imitare.
Una pubblicazione di questo tipo avrebbe dato visibilità non solo ai protagonisti del campionato (club, sponsor, dirigenti, allenatori, atleti) di questa stagione 2010-11 ma avrebbe potuto anche essere l’occasione per far capire come la Legadue sia stata importante per il movimento in questi anni. Celebrando per esempio i suoi personaggi che sono cresciuti in questo campionato per spiccare il volo verso palcoscenici più alti in una sorta di Hall of Fame della Legadue. Pensiamo, tra i dirigenti anzitutto agli attuali proprietari: da Giancarlo Cerutti di Casale Monferrato a Luigi Brugnaro di Venezia a Stefano Landi a Reggio Emilia a Edi Snaidero o a Leonardo Zeppieri: tutti imprenditori di altissimo livello, non solo italiano ma anche mondiale. Poi a chi è partito da questo campionato per salire più in alto: a partire dall’ex presidente Valentino Renzi passato a guidare la Lega maggiore; tra i giocatori ad Angelo Gigli ora in nazionale e a Roma ma cresciuto a Reggio Emilia; a Danilo Gallinari, ex Pavia e ora stella della Nba a New York e a Nicolò Melli, da molti considerato il suo erede, passato da Reggio Emilia all’Armani Jeans; e ancora a Keith Langford lanciato dalla Legadue a Soresina prima di passare a Biella e poi a Bologna e ora al Khimki. Ancora: dalla Legadue sono transitati club prestigiosi nel loro cammino verso la grande Serie A, dalla Virtus Bologna alla Victoria Libertas Pesaro, tutti con proprietari importanti da Claudio Sabatini a Valter Scavolini, autentici personaggi del nostro basket, così come erano personaggi i Merloni, proprietari del Fabriano con il marchio Indesit. Per finire con gli allenatori: basta pensare ad Andrea Trinchieri ed Andrea Capobianco, ex di Veroli e Jesi e coach dell'anno in Lega A nelle ultime due stagioni. Tante idee da sviluppare che la Legadue avrebbe dovuto avere e invece, colpevolmente, non ha avuto. Eppure negli ultimi mesi ha investito su 2 uomini di comunicazione come Fabrizio Pungetti e Matteo Mantica, citati addirittura dalla Gazzetta dello Sport alcuni mesi fa come due assi nella manica del settore strappati alla massima serie...
Invece, pur con uno staff interno raddoppiato in pochi mesi e rafforzato in questo settore strategico, la Legadue ha deciso di chiudere con le pubblicazioni. Evidentemente i due nuovi arrivati, oltre a non avere minimamente pensato in queste settimane ad implementare un sito internet che resta poverissimo di contenuti e pieno di errori, non sono stati sufficientemente bravi a convincere il Presidente Marco Bonamico che invece punta sulla “nuova” comunicazione (che sarebbe la Card USB distribuita alla presentazione e che porta alle schede dei giocatori già presenti sul sito della Legadue? Non scherziamo per favore…). Una comunicazione che, guarda caso, pur continuando a trovare nella Gazzetta dello Sport una sponda favorevole e oltremodo benevola (forse anche solo per fare il controcanto alla Lega Basket Serie A che è scesa in battaglia contro il suo capo rubrica Luca Chiabotti) nasconde i numeri: nella presentazione Bonamico, oltre a sparare cifre delle dirette web su
www.starchannel.it che secondo molti sono gonfiatissime e senza alcun riscontro ufficiale, si è guardato bene dal citare i dati esatti di pubblico dell’ultima stagione che in realtà sono stati in calo del 12,7% (2.083,70 media spettatori nel 2009-10, mentre nel 2008-09 erano ben 2.386,80; in parole semplici, lo scorso campionato, la Legadue ha riscontrato la peggior media spettatori delle ultime 6 stagioni). Alla faccia della trasparenza che è invece la strada scelta dalla Serie A: dati di affluenza ufficiali messi a disposizione di tutti sul proprio sito internet e che confermano una sostanziale tenuta del pubblico della massima serie nonostante il caso Napoli.
Quello che si avverte in generale è una carenza di una strategia complessiva. In occasione della Final Four 2010 di Sassari la Legadue ha investito importanti risorse economiche per poter presentare un inserto sull’evento all'interno del settimanale SuperBasket. Poi, solo pochi mesi dopo, cambia idea e rinuncia ad uno strumento come lo Year Book che rappresenta comunque un importantissimo biglietto da visita.