00 27/04/2010 14:20
Jella Vem

TRENTACINQUE giorni, se va bene. Il giorno dopo, viene calcolata con maggior precisione l’entità dell’infortunio toccato domenica a Federico Lestini: la botta al ginocchio in garauno interessa il legamento collaterale. È ancora presto per capire se il legamento si è rotto: fosse così, il ragazzo dovrebbe operarsi e servirebbero mesi. Fosse ‘solo’ uno stiramento, la diagnosi minima sarebbe comunque superiore al mese. Calendario alla mano, arriveremmo al 2 giugno: in via puramente teorica, potrebbe tornare per la finale-bis, la seconda chance promozione che la Vem avrebbe se il suo cammino si allungasse. La diagnosi precisa si saprà domani.
Quanto a Villani, lo staff medico lavora per metterlo in piedi per l’eventuale finale. Nel corso dell’anno un lungo stop è già toccato a Tassinari. Con il mercato già chiuso e l’impossibilità di innesti in corsa, Di Lorenzo promette minuti alla guardia Ravaioli (classe 1992) ma soprattutto manda il messaggio: «Meglio questi sette giocatori di qualunque altri sette». Insomma, elmetto in testa e isolarsi dai cattivi pensieri.
QUELLO di Lestini non è l’unico infortunio della storia della FulgorLibertas ai playoff. Per modalità e arto colpito, viene subito in mente Alberto Causin: il legamento crociato saltò nel finale di garauno della finale 2005 con Casale, partita che poi Forlì portò a casa al supplementare. Il guerriero veneto volle provare a giocare garatre, ai Romiti, con una vistosa ginocchiera. Tentò subito un tiro da tre punti che il ferro sputò, facendo sussultare il palazzetto, poi il suo contributo risultò nullo. E fu questo (insieme alla controversa squalifica di Pierich…) uno dei motivi della drammatica resa in garacinque. Nel 2006 coach Millina si trovò per tutta la post-season senza il pivot Davide Compagni, e con Ruggero Fiasco e Federico Maiocco con seri guai fisici. Nel 2007 fu l’apoteosi della sfortuna: sul 2-0 con Osimo e saldamente in vantaggio ormai a metà di garatre, la Vem aveva prenotato la finalissima, degno coronamento di una regular season chiusa al primo posto. Ma in quel momento saltò la caviglia di Soave, fin lì decisivo. In garaquattro ci fu l’ennesimo infortunio di Compagni, a martoriare ulteriormente la carriera del padovano e il reparto lunghi, dimezzato in vista della decisiva garacinque casalinga. Puntualmente persa.
QUEL POMERIGGIO Federico Tassinari sbagliò l’ultimo tiro e pianse. Lacrime anche un anno dopo, il 30 aprile 2008: corsi e ricorsi storici, c’era Treviglio anche allora. Forlì era sotto 0-1, con due partite in casa per ribaltare tutto. Ma dopo appena 60” il giocatore più in forma di quella Vem cade male dopo un fallo subìto e crac: la caviglia di Tasso salta per aria. Trentanove minuti più tardi, Forlì è in vacanza. «Ora avrà tutto il tempo per recuperare», disse in un soffio d’amarezza l’ultimo Gigi Garelli forlivese.
L’anno scorso Di Lorenzo si trovò alle prese con identici problemi: Villani, che già aveva combattuto con problemi al ginocchio, al gomito e a un dito, sente improvvisamente male alla schiena in riscaldamento. Nella semifinale con Lodi il contributo dell’uomo chiave di quella Vem viene stimato «al 20%». In garadue Forray prende una botta alla mano e la diagnosi si rivelerà impietosa: frattura. In garatre Forlì è decimata e Lodi passeggia sulle sue macerie: nonostante il secondo primo posto in tre anni, è l’ennesima eliminazione ai playoff. Sempre con un’ombra che fa capolino dalle vecchie gradinate del Villa Romiti. Quella della maledizione infortuni. Ma i sette sopravvissuti possono farcela ugualmente.

Rassegna stampa del 27-04-2010
Fonte: Il Resto del Carlino

[Modificato da Exsottosopra 27/04/2010 14:20]
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NOI...NOI...SIAMO...SIAMO...BARCELLONESI...