reed70., 08/07/2008 11.53:
Comprane solo uno, Palombita forse va in B2!!!!
E' impossibile che vada in B2...
Il più forte della B1 non può scendere di categoria, sarebbe reidicolo!
Tu che hai conoscenze altolocate, fallo venire a barcellona...ci scialiamo...
LEGGERE PER CREDERE!
Vigevano, Domenica 16 Marzo 2008: la Miro Radici, ha finalmente l’opportunità di ipotecare il suo ritorno ai play-off, dopo alcune stagioni di stenti, sul tema “si salvi, chi può”, ad un passo dalla chiusura.
Al Basletta, i ducali, ricevono la Fulgor Omegna: compagine con la quale condividono il settimo posto in classifica.
All’andata, in quel di Verbania, i cusiani si sono imposti sui lomellini, col punteggio di 86 a 73: 13 lunghezze assolutamente da difendere, per Zivic e compagni, in caso di sconfitta.
Vigevano, dal canto suo, si affida principalmente a due giocatori: il primo è Mario Ghersetti, inchiostrato da poco più di un mese ma già colonna portante dei lomellini. Il secondo di questi, risponde invece al nome di
Giancarlo Palombita, guardia di neanche 190 centimetri, triestino di nascita ma ciociaro d’adozione, data la sua lunga militanza cestistica in quel di Veroli.
Ed è proprio lui, il grande protagonista della partita, che vede la sua Vigevano imporsi, per 95 a 78: vittoria e differenza canestri ribaltata. Della serie: "cosa vuoi di più, dalla vita?".
Palombita chiude il suo match con 39 punti, 12/18 dal campo (8/13 da 2, 4/5 da 3), 11/17 ai tiri liberi, 8 rimbalzi (di cui 3 offensivi), 7 recuperi, 11 falli subiti, 7 assist, 2 stoppate date e 55 di valutazione, in 35’.
Nato a Trieste, l'8 Novembre 1979, Giancarlo è figlio nonché fratello d’arte: suo padre è infatti l’ex vice allenatore dei giuliani (oggi head coach a Muggia, in C2), mentre suo fratello Pierpaolo ha invece giocato a Palmanova, Perugia, Virtus Pesaro, Trento e Muggia.
Il suo soprannome, J. C., glielo affibbiò il suo grande amico Conrad Mc Rae, poichè non riusciva a pronunciare correttamente, il suo nome di battesimo. Fu proprio l'ex pivot della Fortitudo, a prenderlo sotto la sua ala protettrice, ai tempi cui Trieste ancor militava in categorie all’altezza della piazza, quando cioè Giancarlo era uno dei più promettenti prospetti del settore giovanile giuliano e si allenava con la prima squadra, fungendo sostanzialmente da decimo uomo, con anche alcuni gettoni di presenza, al suo attivo.
Successivamente, Palombita passa da Mestre (B1) ma, la vera svolta della sua carriera, arriva nel momento in cui scende di categoria, per accettare le lusinghe di Veroli, in C1, nel 2001: coi ciociari, consegue infatti ben 3 promozioni in fila, che diventeranno 4, in seguito.
Nel 2005, dopo un paio stagioni da sesto uomo in B1, sempre a Veroli, decide di cambiare aria, per dimostrare a tutti quanti, di meritare un ruolo da guardia titolare, in B1: sposa allora la causa di Cento, in quella che per gli emiliani dovrebbe essere una stagione di transizione.
Il Pistolero (altra suo soprannome, per la sua tipica esultanza, ad ogni canestro da tre punti) è il principale terminale offensivo di un quintetto che va al di là delle più rosee aspettative, conquistandosi l'accesso ad un play-off in cui mette paura persino alla corazzata Soresina, costringendola ad una bella che, a poco più di 10’ dalla fine, sarebbe in realtà ancora in discussione e che, per quanto la sensazione sia che la Vanoli l’avrebbe ugualmente portata a casa, finisce sostanzialmente, nel momento stesso in cui Giancarlo abbandona il parquet, a causa di un infortunio.
L’anno successivo, Palombita firma per Palestrina: un’esperienza controversa, questa, poiché s’afferma come capocannoniere del Girone B ma, sul finire del campionato, coi laziali invischiati nella lotta per non retrocedere, torna improvvisamente a vestire i colori della società nella quale aveva a lungo militato, in precedenza, ovvero Veroli.
Il finale di stagione è addirittura fiabesco, a tratti: Veroli, partita coi favori del pronostico ma protagonista di una stagione regolare con più bassi che alti, si qualifica ai play-off, ai quali si presenta però senza il fattore campo a favore, in virtù del quinto posto conseguito in stagione regolare. Ciò nonostante, il quintetto allenato da coach Gramenzi, fa fuori, in rigoroso ordine cronologico, Porto Torres (2-0), la quotatissima Brindisi (3-1) e la cenerentola Fidenza (3-1). Giancarlo è ovviamente tra i grandi protagonisti delle promozione in Legadue di Veroli ma, in Estate, sceglie di ripartire da Vigevano,
dove si afferma come vicecapocannoniere del girone (20.4 punti), con tanto di primo posto in alcune fondamentali voci statistiche quali i recuperi (4.4) e la valutazione (23.8). Numeri che condisce inoltre con 7.3 falli subiti, 3.4 assist (quinto assoluto) e 0.3 stoppate date (ventiseiesimo).
Contropiedista principe, talento offensivo da almeno una categoria sopra, nessuna paura di sbucciarsi le ginocchia o farsi male buttandosi in mezzo ad un'area più trafficata della Salerno-Reggio Calabria in Estate, ed una testa "matta", croce e delizia di uno di quei giocatori che non può lasciare indifferenti: o lo si ama, o lo si odia.
Il mio amico Schiavo, la notte del suo esordio casalingo con la canotta di Cento, lo dipinse come la guardia più talentuosa mai vista nella città del Guercino: questione di punti di vista, forse. Di sicuro, non la bestemmia che qualcuno pensò d'aver sentito quel giorno, nell'udire cotali parole. Con tutto il rispetto per gente del calibro di Bobicchio, Di Monte e Stama.