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DA BARCELLONESE.DOC:


PROGETTO BASKET BARCELLONA, ANATOMIA DI UNA DISFATTA.
Si spera ora nell'acquisizione di un titolo di B2.

Tratto da Sportisland.net
Lun 9 Giu 2008 12:26:40
Autore Carmelo Amato

La Progetto Basket Barcellona perde ad Agrigento 81-75 dicendo definitivamente addio al salto di categoria. Agrigento conclude la serie play off 3-1 dimostrandosi formazione compatta e coesa. Tra le file giallorosse regna amarezza e delusione per una stagione nata con propositi bellicosi e che adesso, invece, si ritrova a leccarsi le ferite per l’obiettivo fallito. Gli oltre 250 tifosi presenti al Pala-Nicosia non meritavano sicuramente un finale cosi amaro. Tifosi che non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno verso una squadra che li ha, invece, delusi appieno. Inutile parlare di disfatta, piangersi addosso o cercare i colpevoli. Se si è fallito l’obiettivo vuol dire che errori sono stati commessi, ma da questi errori bisogna ripartire per cercare di fare sempre meglio. I processi si fanno alla fine ma per i misfatti giallorossi, c’era già flagranza di reato, da un pezzo. In ogni caso è tempo di bilanci per società e squadra al fine di un consuntivo ma, soprattutto, di una nuova ripartenza. Il nostro giudizio è soggettivo ma vi potrebbero essere ben altre e rispettabili letture della stagione giallorossa. Noi ci proviamo evitando voti in pagella preferendo parlare dei cestisti in questione nei loro modi di pensare e nelle loro condotte. Immacolato Bonina e soci centrano poco, anzi per nulla con la stagione fallimentare della Progetto Basket Barcellona. Certo, è che la società, nelle scelte della squadra e della sua conduzione, ha sempre lasciato fare ad altri personaggi (Giovanni Perdichizzi su tutti). Chiamateli, se volete, uomini di fiducia di cui mai la dirigenza ha potuto stimare preventivamente e compiutamente l’opera, conoscendo poco l’arte del basket. Bonina e soci, per forza o per volontà, sono innanzitutto grandi mecenati, una specie in estinzione: grazie a loro la Progetto Basket Barcellona ha immense garanzie nel "marchio di fabbrica" della rinascita. Che è assicurata anche per il futuro. Con tutti i soldi spesi, una barca, grazie al loro incredibile spirito di servizio alla città, in un ammirevole slancio in favore della pallacanestro e dei suoi splenditi tifosi, questi imprenditori, avrebbero dovuto ottenere risultati migliori ma i propri collaboratori, evidentemente, si sono rivelati incapaci nella realizzazione del progetto. Immacolato Bonina e Fedele Genovese (ma anche tutti gli altri dirigenti) meritano un bell’8 "politico", devono metterci pure la faccia in una disfatta che resterà scolpita per sempre nelle pietre miliari dei tifosi. Auguriamo ai dirigenti di avere ancora energie, in tutti i sensi, per patrocinare la Progetto Basket Barcellona e garantire quel patrimonio che è la sicurezza di una preziosa realtà sportiva per la città di Barcellona Pozzo di Gotto. L’inesperta (nel basket) dirigenza ha creduto di poter cambiare conduzione tecnica e mezza squadra (perché privarsi del duo Melone-Bartolone?), in virtù di quel pio fine secondo cui avrebbe potuto sganciare più soldi e divertire di più i tifosi. Ne è uscita, invece, fra partenze e arrivi, una squadraccia, per elementi mal assortiti e limitati atleticamente, tecnicamente e con una media età di 34 anni. Motivi che hanno portato il sottoscritto e questa testata ad essere soventi criticati per il semplice fatto di avere ripetuto che per vincere non basta solo spendere, bisogna vedere come si spende. Barcellona, con più punti interrogativi che punti nelle mani e subito col fiato corto, diventata poi un rantolo, fallendo clamorosamente l'obiettivo. Nella serie con Agrigento si è avuta la dimostrazione di come il trio Mayer-Del Cadia-Paparella ha ridicolizzato il trio Contaldo-Rhodes-Zecca (quest'ultimo vi ha, però, sempre messo il cuore) dal punto di vista della preparazione atletica (ci sarebbe anche in questo caso da discutere ma siamo lungi dal fare polemiche) e della voglia di vincere. Una squadra che quasi mai ha destato segni di manifesta superiorità nei confronti degli avversari. Poi un errore ha tirato l’altro e gli innesti, come per una corteccia malata, sono morti. Dunque, la società ha cercato di porvi rimedio (Coppolino-Manzo) senza badare a sacrifici né a terapie intensive, evidentemente nulle, in una squadra pure baciata dalla sfortuna (infortuni a catena). La dirigenza non scappando mai davanti alle sue responsabilità, nell’aver scelto, senza pistole puntate alla schiena, i suoi uomini e condividendone le strategie. Chi ha delle responsabilità è giusto che faccia un passo indietro e si faccia da parte per il bene suo e della squadra. La dirigenza, siamo sicuri, prenderà provvedimenti tagliando quei soggetti (cestiti e collaboratori) che nel corso della stagione hanno mostrato evidenti sintomi di "negazione" nei confronti del basket. Il songo B2 (si spera nell'acquisizione di qualche titolo di B2) è fallito ma le basi da cui ripartire ci sono tutte. Basta mettere i tasselli giusti al posto giusto per costruire una squadra che dia "veramente" soddisfazioni. Se sbagliando, s’impara, rimandiamo la società, affinchè ripari sin da subito ad un progetto ancora più ambizioso di riscossa per una Progetto Basket dal paradiso perduto.
[Modificato da reed70. 09/06/2008 13:45]