Lanacaprina...se tu devi imparare da noi allora c'è qualcosa che non torna...
Sei uno degli artefici di un club storico che ancora oggi è sulla bocca di molti appassionati di basket non solo in Sacilia, ma il Italia...
guarda questo articolo che si era già postato nel forum...guarda la data di pubblicazione e dimmi se non sei e siete maestri...pagherei un per essere ricordato come Crazy boys un giorno...
Ferrara, le riflessioni del doc
I fischi e il mitico Gino
- La Nuova Ferrara -
08/11/2007 09:31 - Vi assicuro che non sono per niente masochista, chi mi conosce lo sa; ma entrare in un palasport in trasferta e trovare 3-4000 persone che ti urlano contro, è una sensazione bellissima. E non sono neanche matto:
maggio ’96, finale play off a Barcellona Pozzo di Gotto. Arrivati al palasport i giocatori vanno negli spogliatoi e io entro direttamente in una palestra gremita, esaltata da una possibile promozione in seria A dopo 3 o 4 promozioni in altrettanti anni. Vengo riconosciuto, non come persona ma come avversario e giù urla, fischi e cori di tutti i tipi. Credetemi, è stato esaltante sentire tanto tifo, tanta sana partecipazione.
Il clima di un palasport colmo di gente allegra che partecipa allo sforzo dei suoi idoli è inimitabile, coinvolgente, quello che da sempre viene invocato da dirigenti e allenatori come il sesto uomo in campo. Trovare i propri tifosi quando sei in trasferta e sapere che si sono assoggettati a viaggi poco comodi solo per essere lì ad incitarti, come spesso fanno i nostri ultras e una ormai famosa coppia formata da madre e figlia tifose doc, è certamente gratificante. Nel basket poi c’è un pubblico formato spesso da famiglie, con bambini anche in passeggino; sarebbe bello che i cori fossero solo di incitamento ai propri che non di offese agli avversari, ma se ci si limita ai cori e non si trascende, va bene anche così.
E il tifo estremo non è poi solo una caratteristica delle curve e dei più giovani. In tribuna si assiste spesso a balletti isterici di soggetti che in settimana sono seri e pacati professionisti. Ora si è un po’ calmato, ma credo che sia più che noto quell’ingegnere che, bravissimo professionista e ottima persona nei giorni feriali, si trasformava la domenica in un tifoso che dava dei punti agli ultras più focosi. Una volta a Imola vinciamo di un punto: il “nostro” si catapulta al centro del campo a esultare, rincorso dai tifosi imolesi. L’ingegnere però è più veloce e trova riparo negli spogliatoi, protetto dal nostro allenatore. Non contento, torna fuori e riprende a manifestare la sua gioia a suo modo. Nuova rincorsa degli imolesi e nuova ritirata verso gli spogliatoi, ma questa volta l’allenatore lo lascia fuori a trattare la pace con gli aggressori. Conoscendolo, sarà diventato loro amicone e... fuori tutti insieme a cena a discutere di basket.
Ecco, però, il motivo vero per cui ho voluto parlare del tifo e dei tifosi. Era lo spunto per ricordare un uomo che è nel cuore di tutti i ferraresi che amano il basket: Gino Piffanelli. Un uomo vero, a volte un po’ rude se notava un’ingiustizia o qualcuno criticava la sua fede politica, persona dolcissima, affettuosa e buona con chi si mostrava educato nei suoi confronti. Vera memoria storica della pallacanestro nostrana, apprezzato da tutti coloro che sono passati da Ferrara. La sua voce baritonale ci mancherà sempre, il suo affetto ci manca già.
N. Mario Capozza
___________________________________________
...perché il basket, come qualsiasi altra disciplina, porta il nome della città sui campi d'Italia, su internet, sulla bocca di tanti...
FORZA BARCELLONA .... SEMPRE E COMUNQUE!!!!!