Pasquini: Hardy determinante, "Poz" bravo a crederci sempre
A Capo d'Orlando sia come vice che come head coach. Stagioni difficili ma tra tifosi e società è rimasto un piacevole ricordo legato alla grande competenza di un giovane che vive di pallacanestro. Federico Pasquini, dopo aver guidato dalla panchina anche Ferrara, Castelfio-rentino, la Fortitudo Bologna e Napoli, portò alla salvezza la Robur Sassari in B dilettanti subentrando a stagione in corso. Dal 2011 è diventato direttore sportivo della Dinamo Sassari. Uun altro importante pezzo di Capo d'Orlando che compone il meraviglioso sogno che sta vivendo la società sarda. Federico Pasquini insieme a Meo Sacchetti, Ugo Ducarelo e Drake Diener fa parte dei ricordi più belli del basket paladino ed è a lui che chiediamo, questa settimana, pronostici e commenti. -
Legadue equilibrata fino all'ultimo almeno per la prima piazza: chi avrà la meglio ? "Come qualità e lunghezza del roster dico
Barcellona. Pistoia però è da tempo nei piani alti e ha sempre mantenuto un forte nucleo base. La
Sigma ha tanto talento diffuso negli estemi ma sta ancora cercando la giusta quadratura avendo cambiato parecchio. Questo giustifica, a volte, qualche risultato inatteso ma
Barcellona ha le caratteristiche giuste per la promozione. Ricorda la Caserta di Frates che cambiò tanto, ma ai playoff non perse mai. E
Perdichizzi porta sempre le sue squadre pronte fisicamente e mentalmente ai playoff. Ha sempre fatto bene in tutte le piazze e sono convinto che proprio nella sua città raggiungerà il top». -
Barcellona cosa potrebbe avere in più delle avversarie? «
Hardy è quel giocatore che nel momento in cui conta il talento puro è determinante. Capita che non giochi bene come squadra e allora hai bisogno di atleti come lui che altre squadre non hanno. A Pistoia si è visto chiaramente : quel talento aiuta tanto e se non ce l'hai in squadra allora la giornata storta diventa un problema. Poi anche la panchina lunga che ha costruito
Barcellona non è da sottovalutare». -
Pozzecco in panchina da allenatore come lo hai visto ? «Molto bene, a suo agio e con un entusiasmo clamoroso. Arrivare in quella situazione, quando perdevano molto ed erano tutti sfiduciati, non è semplice. Lui ha avuto la forza di far capire che potevano crederci. Non ci fossero stati i tanti infortuni, sarebbero arrivati ai playoff o almeno l'Orlandina era la candidata più credibile per questo obiettivo. Senza Passera, George, Battle e altri ancora diventa tutto complicato. Nello sport ci vuole anche un po' di fortuna e purtroppo il "Poz" e Capo d'Orlando non ne hanno avuta». -
Sassari seconda matematicamente: ve lo aspettavate? «Difficile prevederlo. Alla fine con il nostro budget devi sperare che le cose vadano bene. Devi trovare il gruppo giusto e il nostro segreto sono gli italiani, lo zoccolo duro. È evidente che dietro al nostro secondo posto c'è anche il fatto che altre società con budget più importanti non hanno fatto bene. Però quest'anno c'è stata una percezione diversa. Thornton ha una mentalità vincente e questo ha condizionato positivamente tutta la formazione. Uno che vive la vittoria come normalità e la sconfitta come un trauma a noi è servito. Come a Capo d'Orlando, dove Enzo Sindoni e il Poz sono vincenti e quindi guardano avanti senza mai fermarsi». -
L'appetito vien mangiando e in questo finale vi siete rafforzati. Ma la gestione di 4 americani più l'eccellente Michal Ignerski, viste le rotazioni obbligate per regolamento, sa di spreco, con il lungo polacco - uomo da 13 punti, 5 rimbalzi e il 55% da 2 -già due volte in tribuna... «Abbiamo fatto un ragionamento semplice. Un conto è se arrivi secondo perché vinci dieci partite e sei fortunato. Noi invece lo abbiamo meritato. Giocare ogni 48 ore, come accadrà nei playoff, non è semplice. Abbiamo allungato la rosa perché avevamo necessità di aggiunte di valore, ma senza creare un extra budget che avremmo pagato negli anni. Quando ho chiuso Gordon a prezzo di Sassari, e non di altre squadre, abbiamo fatto l'affare. Sulla gestione, è chiaro, che dire a Ignerski, Easley o Gordon andate in rotazione è difficile, ma vogliamo sentirci con la coscienza a posto di aver fatto il massimo per giocarcela fino in fondo».
- La Gazzetta del Sud -
03/05/2013
Antonio Puglisi
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NOI...NOI...SIAMO...SIAMO...BARCELLONESI...