00 19/03/2013 16:41
La Sigma Barcellona riflette in silenzio

L’obiettivo del primo posto si allontana definitivamente ma quello che preoccupa è l’approccio


BARCELLONA. All’indomani della clamorosa débacle di Imola, sono finite le parole alla Sigma Barcellona. Almeno fino a oggi pomeriggio, momento nel quale verrà interrotto temporaneamente il silenzio stampa indetto ieri dalla società di via Roma e (viste le parole spese dai protagonisti nel post-partita) verrà presumibilmente fatta la conta dei “feriti”. Sarà una conferenza stampa del presidente Immacolato Bonina a rompere gli indugi, uno stallo che ha tutte le sembianze di un vero e proprio spartiacque stagionale lontano dal parquet. Cosa verrà detto lo sapremo solo a posteriori, ma il presente segnala un rammarico generale che non può passare inosservato e che andrà analizzato passo dopo passo e in tutte le sfaccettature del caso. Nei prossimi giorni Bonina sarà l’interfaccia di una squadra che, dopo la sconfitta pesante contro il fanalino Imola, si ritrova in ginocchio e in cerca di se stessa. Ieri, intanto, il proprietario ha convocato l’intero staff tecnico e successivamente anche la squadra: un doveroso richiamo all’ordine dopo la baraonda di domenica pomeriggio e che sicuramente avrà registrato toni a dir poco pacati. Ciò che è successo sul parquet del “PalaRuggi” non trova giustificazioni né alibi, sia sul piano dell’approccio molle al match che delle cifre (1/19 da tre, 19 palle perse di cui 9 nell’ultimo quarto), per certi versi emblematiche di una gara insufficiente e giocata in maniera superficiale. Con tutto il rispetto per gli avversari, bravi a non regalare nulla nonostante la posta in palio per loro era pari a zero, Barcellona non deve e non può permettersi una condotta simile. Lo ha ribadito a chiare lettere lo stesso presidente nell’immediato post-partita, poiché è chiaro che il dato che emerge dalla settima sconfitta stagionale potrebbe pesare come un macigno nelle gerarchie e negli umori di una squadra costruita per vincere e che punta alla promozione. I nomi di grido a questo punto potrebbero non bastare e la medicina sarebbe abbandonare i sogni di gloria derivanti dalla rincorsa al primo posto, utile per avere il fattore campo a favore in ottica playoff. Lasciando da parte i fantasmi di un passato a tratti ingombrante, la distanza di sei punti è per certi versi incolmabile, anche con una partita in meno e con otto gare al termine della regular season; dunque è evidente che l’imposizione societaria di fare quadrato sul momento è un chiaro segnale di non volere buttarsi giù di fronte alle sconfitte. Peraltro, va valutato come il roster della Sigma sia certamente una spanna sopra le avversarie e il bicchiere, avversità incluse, non può essere visto mezzo pieno. Quello andato in scena ad Imola è senza dubbio lo scenario meno piacevole che si poteva prevedere alla vigilia, tra l’altro aggravato dalle prove pallide di una squadra apparsa senza costrutto, incapace a dare misura al proprio valore, segnare solo 54 punti e non mostrare reazione dinnanzi la lucidità e la voglia degli avversari. Il quadro non può ritenersi chiarissimo se solo si pensa che l’unico a dimostrare voglia e intensità sia stato Dwight Hardy, l’ultimo arrivato che da solo ha tenuto alto l’onore. Niente è però perduto, soprattutto perché da qui a pochissimo Barcellona sarà chiamata a tirare fuori le unghie per il doppio impegno casalingo contro Veroli e Trieste (24 e 28 marzo), un’accoppiata ravvicinata che visto l’andazzo di un campionato a tratti mediocre, eccezion fatta per la solida capolista Pistoia, potrebbe servire per ridurre il gap dalle posizioni che contano. La sensazione prevede che il nuovo diktat dei giallorossi non poggi più le basi sul tentativo di una rincorsa immediata, ma si limiti dopo tutto alla salvaguardia di un progetto che non può crollare e che sappia riprendere il proprio corso con i dovuti bagni d’umiltà in vista degli appuntamenti che contano. Va sottolineato come la Sigma di coach Perdichizzi conviva con un processo di ridimensionamento tattico dopo i saluti a Troy Bell e Melvin Sanders e che al momento sia in atto un coinvolgimento graduale per inserire nel tempo i nuovi arrivati. Questo non può rappresentare un alibi e ne è pienamente consapevole lo staff tecnico, che a stretto giro sarà impegnato nel tentativo di risollevare le redini del giocattolo e garantire prestazioni e facce degne di una città che vuole e spera insieme a loro. Dai lunghi agli esterni, nessuno sta attraversando un ottimo periodo e l’atteggiamento dimostrato nell’ultima apparizione non può garantire fiducia incondizionata. Che Imola si materializzi come un brutto ricordo di una serata storta e che serva da molla allo stimolo sin dalla prossima partita. Dal presidente ai tifosi, il coro è unanime.

La Gazzetta del Sud - Mario Garofalo