Questioni di Cuore

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00mercoledì 26 settembre 2007 21:23
UPIM, LA “SQUADRA” E’ SULLA MAGLIA

Presentato il main sponsor insieme a Carisbo e Nike

Atmosfera importante, al PalaDozza. Quella che accompagna i grandi momenti e che si respira nell’aria quando ci sono le componenti giuste. C’erano tutte, per questo appuntamento: la presentazione ufficiale del nuovo main sponsor UPIM è così diventata nel contempo il vernissage della “squadra” che scenderà in campo “sopra” la maglia, insieme a Carisbo e Nike. A fare gli onori di casa il Presidente della Fortitudo e subito prima delle parole, ecco entrare in scena Stefano Mancinelli ed Oscar Torres con indosso le nuovissime e splendide divise da gara, il primo in blu ed il secondo in bianco. “Siamo qui per presentate un grande sponsor – l’introduzione di Gilberto Sacrati - che speriamo ci accompagnerà per un lungo tempo. Contando di affiancare ad esso un altro marchio importante nei prossimi giorni, quello europeo, ed intanto affiancandolo a partner importanti quali Carisbo e Nike. Voglio ringraziare personalmente UPIM non soltanto di essere qui, ma soprattutto per un rapporto nato e basato sulla fiducia reciproca, che si è instaurato con una stretta di mano prim’ancora che con una firma”. A confermare il colpo di fulmine, l’Amministratore Delegato UPIM Luca Rossetto: “E’ vero, questa è una sponsorizzazione che non avevamo pianificato. E’ successo tutto incontrandoci e sentendo che insieme avremmo potuto rilanciare insieme due marchi storici prestigiosi e quasi coetanei come Fortitudo ed UPIM, che presto compirà ottant’anni ed ha attuato negli ultimi due anni un profondo lavoro di rilancio. Ci piace l’idea di accostare in nostro nome ad una società così vincente e il nostro obiettivo è proprio quello di vincere insieme. E’ su questo che si basa il nostro rapporto, che confermo essere importante e con l’idea di renderlo duraturo nel tempo e nei risultati. Intanto, aspettando il momento di inaugurare a breve il nuovissimo negozio UPIM a Bologna con all’interno un fantastico corner Fortitudo, l’UPIM corre e segna sul campo di basket attraverso la Fortitudo”. A rendere ancora più solido questo legame ed il progetto che porta con sé, la presenza di Carisbo con le parole importanti del Direttore Generale Giuseppe Feliziani: “Il 1° ottobre 2007 Carisbo compirà 170 anni, si può dire che il basket è nato insieme a noi. E la nostra decisione di rinnovare questa sponsorizzazione si basa sul credere nei valori dell’agonismo e in una società blasonata come la F. Il basket a Bologna e soprattutto la Fortitudo. Ammiro l’impegno e la volontà del Presidente Sacrati di fare della Effe una delle migliori squadre d’Italia e lo ringrazio per averci concesso il privilegio di essere insieme qui”. Infine, un annuncio ulteriore da parte del General Manager di Nike Italy Matthew Cook: “Se siamo tutti qui insieme è perché il Presidente Sacrati ha lavorato molto e bene, si respira una grande fiducia. Ed è per questo che Nike ha deciso di prolungare il contratto con la Fortitudo per altri tre anni, dunque fino al 2010 come nuovo punto di partenza di un rapporto unico, nato addirittura nel 1992/93 raccogliendo negli anni risultati importanti. Ci sentiamo parte della famiglia della Fortitudo e puntiamo insieme a raggiungere traguardi ancora più importanti sia in Italia che in Europa. Intanto, presentiamo la nuovissima maglia, ricordando che Fortitudo è l’unica squadra italiana “total look” Nike, ovvero produciamo una linea completamente ed esclusivamente dedicata ad essa”.


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00mercoledì 26 settembre 2007 21:27
Aspetto la tua risposta Crazy...

Avevamo detto che non avremmo parlato delle nostre squadre del cuore...dopo Barcellona ovviamente...ma non si può...è un insulto al basket...

Dai...ti aspetto!!!! [SM=g7792] [SM=g7792]
crazy boys
00giovedì 27 settembre 2007 15:24
l'hai voluto tu!!!!! [SM=g7792]

"Siamo un cantiere aperto"
Scritto da La Prealpina


Il ds fa il punto della situazione a una settimana dall'esordio in campionato a Roma. Aspettando Galanda e Capin

(G.S.) - Certezze "individuali" e dubbi collettivi all'indomani dell'ultimo test precampionato per una Cirnberio ancora in cerca del giusto ritmo campionato dopo una preparazione condizionata da una lunga serie di travagli. E' il direttore spoitivo Mario Oioli a fare il punto della situazione alla vigilia dell'ultima settimana di preparazione prima dell'esordio di domenica a Roma:
«Tra le certezze segnalerei la sicurezza mostrata in regia da Marco Passera, che in attesa del rientro di Capin ha dimostrato di valere ampiamente la categoria - sostiene il DS della Cimberio - E il fatto che al momento tiri poco dipende solo dalla sua volontà di provare a coinvolgere e conoscere meglio i compagni. Mi è piaciuto molto anche l'atteggiamento di Marcus Melvin, sempre ben disposto nei confronti della squadra nel modo di stare in campo in partita ed in allenamento: un atteggiamento positivo che vorrei vedere da tutti gli effettivi. Pochi ma positivi invece gli sprazzi di Pietras, sperando che la tranquillità generata dai risultati positivi potrà permettergli una maturazione tecnica senza eccessiva fretta; ed anche lui ha mostrato subito il giusto piglio sin dal suo arrivo a Varese. Su Hodge ho grande fiducia: sicuramente non è uno che si tira indietro, deve ancora capire bene le caratteristiche dei compagni, ma per esaltarlo manca un tiratore puro capace di sfruttare i suoi scarichi. Ed inoltre la sua propensione difensiva e la sua capacità di accelerare saranno valori aggiunti importanti».

Dubbi invece relativi al valore effettivo di una Cimberio troppo "mascherata" nei mezzi per capire quanto possa effettivamente rendere la squadra di Mrsic, pur con la più assoluta evidenza relativa al tipo di pallacanestro "corsaiola" che i biancorossi dovranno mettere in campo sempre e comunque: «Anche sabato sera si è dimostrato che se accettiamo i ritmi cadenzati di certe avversarie fatichiamo in termini muscolari - afferma Oioli - Quello che verrei vedere anche in situazioni di pressione è che ci si dimentichi in fretta degli errori e si guardi alla positività, proponendosi sempre in maniera utile per la squadra. Inutile farsi condizionare da fattori esterni quando è chiaro che questa squadra potrà fare bene solo correndo sempre e comunque, invece mi pare che con l'awicinarsi del campionato si torni a tirare il freno a mano per la paura di sbagliare...».

Certamente sul precampionato della Cimberio ha pesato notevolmente la serie di problemi di organico tra gli infortuni di Capin e Galanda e il ritardo di Beck:
«In origine avevamo programmato un avvio morbido nell'ambito delle amichevoli in assenza dei due nazionali - racconta Oioli -Adesso invece ci ritroviamo a non averli a disposizione neppure alla prima di campionato, ed al momento tutte le nostre valutazioni sono circondate da un grandissimo punto di domanda, soprattutto perché Capin e Galanda erano un asse portante per questo gruuppo e l'addizione di Beck è stata ritenuta utile per correggere il potenziale del gruppo. Oggi ci sarà la visita di controllo per Giacomo e potremo capire le tempistiche effettive del suo rientro, la speranza è di riavere i due infortunati contro Udine. Per quanto riguarda il caso Beck cercheremo di capire da fonti attendibili come si può affrontare la situazione; escludo comunque qualsiasi forzatura del giocatore legata ad altre situazioni perché con il contratto in mano e qualsiasi decisione spetta a noi. E' evidente che siamo un cantiere aperto, ma anche altre squadre, come ad esempio la nostra prossima avversaria Roma, hanno queste difficoltà».



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00giovedì 27 settembre 2007 15:27
Certo...me la sono cercata... [SM=g8099] [SM=g8099]


Intanto ringrazio 30gradi per aver messo il tabellone della serie A...

Ormai questo forum ha quasi tutto!!!! anche le "guerre" tra tifoserie...di serie A...

A parte gli scherzi, siamo completi...

crazy boys
00venerdì 28 settembre 2007 11:25
Una Cimberio da corsa, il suo destino passerà da Hodge


Scritto da La Provincia



VARESE Dal dogma Magnano's style, con un piano di gioco minuziosamente preciso e intangibile a ogni situazione (nemmeno se Blair ti schiaccia sempre in faccia), alla flessibilità dell'era Mrsic: il croato vuole costruire una squadra camaleontica, ricca di mille sfaccettature per adeguarsi agli avversari e - possibilmente - sorprenderli.
Non a caso la prima scelta di mercato è stata quella di un lungo Usa in grado di calarsi in diversi atteggiamenti, soprattutto in attacco. Rispetto al monodimensionale Howell, valido solo in chiave difensiva, Melvin risulta paradigmatico di un atteggiamento che vuole coinvolgere nella metà campo offensiva chi sa muoversi in più posizioni. Non si abbandonerà quel
pick and roll (il gioco verticale tra il play e il centro, ndr.) che era il "segno di fabbrica" dell'ultima Whirpool, anche perché è ormai il gioco principe del basket d'oggi. Ma proprio grazie alla duttilità del miglior uomo della scorsa Legadue si potrà far pervenire il pallone con continuità pure in post basso, ovvero sulla tacca tra la linea d'area e quella di fondo campo.

A proposito del numero dei palloni giocati in attacco: il ritmo dei tiri s'incrementerà. È così quando ci si affida a una coppia di regia Capin-Passera più fantasiosa rispetto al buon Keys e, soprattutto, a quel Collins talvolta perfino tedioso nel suo ritmo blando. Certo, giocare più velocemente vuoi dire anche esporsi a una maggiore produzione ,di tiri da parte degli avversari. E quando il talento è inferiore, questo può non essere un vantaggio...
Qui, però, entra in gioco quello che ci sembra l'uomo chiave: Hodge ha movimenti felini e rapidità d'esecuzione, soprattutto nel passaggio. Riuscirà a calarsi nella parte - che gli è propria - di chi sa elevare la qualità complessiva del suo quintetto? Oppure il non avere nel tiro un'arma micidiale, almeno per quello che il precampionato - talvolta fallace - ha mostrato, finirà per condizionarne il rendimento?
Antonio Franzi



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00lunedì 5 novembre 2007 22:34
Sacrati e Beghelli: "Insieme per vincere"

- Sito Uff. Fortitudo Bologna -

05/11/2007 18:51

Aveva annunciato la volontà della Fortitudo di legare il proprio nome unicamente a marchi di grandezza primaria, e dopo il matrimonio con UPIM per il Campionato Italiano ecco celebrato quello con Beghelli per l'Uleb Cup. Gilberto Sacrati presenta dunque il nuovo main sponsor europeo, con tanto di maglia ufficiale, e grande soddisfazione: "E’ stata una lotta durissima, ma abbiamo raggiunto l’obiettivo di mantenere anche in Europa una partership importante come è quella con il Gruppo Beghelli, una società quotata in borsa e che opera da tempo a livello europeo. In Uleb Cup avremo tutte le partite visibili su E’tv". Quanto durerà la collaborazione? “La sponsorizzazione ha durata annuale ma presenta tutti i presupposti per proseguire anche il prossimo anno… magari non in Uleb Cup…” . Sulla maglia di Uleb compare anche il marchio UPIM… “Certamente, e questo perché UPIM ha fatto un ulteriore sforzo per seguire il nostro cammino anche in Europa. Abbiamo avviato una collaborazione anche tra le due aziende che prevede la presenza dei prodotti Beghelli all’interno dei punti vendita UPIM”. Domani a Mosca la Fortitudo giocherà con la nuova divisa? “Sì, ovviamente.” Al fianco del Presidente biancoblù, il Direttore Marketing Luca Beghelli che motiva così la decisione di entrare nel basket: " E’ la prima volta che Beghelli si espone con la sponsorizzazione di una squadra sportiva e questo grazie al Presidente della Fortitudo Gilberto Sacrati che con il suo entusiasmo ci ha conquistati ed appassionati, già dal primo incontro. Beghelli era in attesa di una valida partnership che garantisse visibilità al nostro marchio in Europa e la Fortitudo ci è sembrata l’occasione perfetta". Come mai tra tanti sport ha “vinto” la pallacanestro? “Perché, ripeto, il Presidente Sacrati ci ha travolto con la sua energica professionalità, ci siamo piaciuti immediatamente. Inoltre la Fortitudo è una squadra di Bologna, la mia città, ed anche questo aspetto ci ha influenzati nella scelta”.

Un mix vincente, di tre grandi Società come Fortitudo, UPIM e Beghelli.
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00mercoledì 12 dicembre 2007 19:25
BEGHELLI vs DYNAMO MOSCA 81-62

Jenkins trascinatore con 27 punti, esordio per Iturbe

Reazione d'orgoglio per la Beghelli Bologna che davanti al proprio pubblico gioca la sua miglior partita stagionale sconfiggendo la corazzata Dynamo Mosca dell'ex Milos Vujanic per 81-62. Fortitudo che ha dovuto fare a meno dell'infortunato Janicenoks (oltre a Nelson e Kesicki) ma che messo dentro Iturbe, subito dedicato alla squadra, ed ha ritrovato il miglior Jenkins autore di 27 punti, di cui 17 nel primo tempo con 3/3 da due e 3/4 dall'arco, e un Bagaric davvero devastante che ha messo in mostra tutto il suo repertorio: dai punti 12 agli assist 3 di cui uno no-look davvero stupendo per Oscar Torres anche lui molto positivo. Percentuali al tiro molto elevate in cui spicca (finalmente) la perfezione ai tiri liberi 14/14 che hanno portato i biancoblù a 55" dalla fine sopra di 25 equiparando lo scarto dell'andata, ma due triple moscovite di Fotsis e Samoylenko fissano il punteggio sull'81-62. Va bene così, anzi benissimo.

Beghelli: Jenkins (*) 27, Mancinelli (*) 11, Cittadini, Torres 12, Lamma 5, Bagaric 12, Thomas (*) 4, Iturbe (*), Cortese n.e., Calabria 10. All.: Mazzon.

Dynamo: Khvostov n.e., Prkacin (*) 10, Samoylenko 7, Bykov (*), Monya 3, Vujanic (*) 13, Domani (*), Fotsis (*) 11, Vasilyev n.e., Shukhovtsov n.e., Javtokas 9, Domercant 9. All.: Pesic.

Parziali: 14-11, 44-29, 66-46, 81-62.
Arbitri: Castano [Fra], Biricek [Ger], Perez [Spa].
Spettatori: 4.450
2 pt.: BO 20/35 (57%), MO 15/29 (52%).
3 pt.: BO 9/17 (53%), MO 4/20 (20%).
t.l.: BO 14/14 (100%), MO 17/21 (81%)

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00sabato 15 dicembre 2007 15:41
Stasera anticipo Tv Upim-Benetton. Soragna: 'La striscia vincente ci dà fiducia'

FONTE: Sito Uff. Pall. Treviso -


Stasera alle 21.00 va in scena l’anticipo della 14° giornata di Campionato di Serie A TIM tra la Upim Bologna e la Benetton Treviso. Si giocherà al PalaDozza di Bologna, arbitri Sabetta, Pozzana e Ursi, con diretta su Radio Veneto Uno (97.5 mhz) e in tv su Sky Sport 2 e sulle piattaforme di Rosso Alice www.rossoalice.it (a 2 euro) e sull’IPTV di Alice Home Tv.

Si tratta dell’avversaria più ricorrente nella storia per la Benetton Basket, che ha giocato ben 85 partite nella sua storia contro la Fortitudo, vincendone 43 e perdendone 42.


INFORTUNI – Unico assente nella Benetton Basket, in striscia vincente da 4 gare (2 di campionato e 2 di Uleb Cup), sarà Marco Mordente, ancora alle prese con la distorsione alla caviglia sinistra. Al suo posto nei 12 il giovane Nicolo’ Martinoni. Rientrerà in panchina l’Assistant G.M. Massimo Iacopini dopo l’influenza che l’ha costretto a saltare la trasferta di Kiev. “Iaco” è un ex, da giocatore inizio’ la sua carriera ad alto livello proprio con la Fortitudo. Altri ex in campo Dante Calabria nell’Upim e Spencer Nelson, che pero’ non giocherà per infortunio.



PARLA SORAGNA – “Abbiamo lavorato bene in questo periodo e i risultati si vedono, - ha detto il capitano Matteo Soragna - veniamo da una ministriscia vincente di 4 gare e questo ci dà fiducia. Negli ultimi allenamenti ho visto molta voglia di fare bene, indubbiamente la strada presa è quella giusta, ma il lavoro da fare è ancora tanto così come il terreno da recuperare. Saremo ancora senza Mordente, ma la squadra è profonda e nelle ultime uscite tutti hanno dato il loro contributo alla causa, a Bologna dovremo aspettarci una squadra che, come noi, ha bisogno di punti e viene da una grande vittoria europea in Uleb Cup. Insomma, non sarà come da tradizione degli ultimi anni una sfida al vertice quella tra Benetton e Fortitudo Upim, ma sarà di certo un match combattutissimo.”

crazy boys
00giovedì 27 dicembre 2007 14:07
Pozzecco: 'Stasera piangerò'

27/12/2007 11:18


- La Provincia di Varese -

Chiudere gli occhi e ripensare al passato, a volte, può far male.
Ritornare con la mente a scomodare le nostalgie più lontane, scoprendosi commossi nel ricordare quanto era bello, ritrovando anche solo per un momento atmosfere e odori che non ci sono più. Quella tra Varese e Gianmarco Pozzecco è una storia d’amore unica e particolarissima, fatta di passione e sentimento, capace di fregarsene del tempo e di andare oltre alle divisioni e ai campanili.
Questa sera il Pozz sarà a Varese da avversario e soprattutto - assicura lui - calcherà il parquet di Masnago per l’ultima volta nella sua carriera. "Giuro - dice - stasera saluterò con gli occhi questo posto che è stato il teatro delle mie imprese più belle. Non giocherò più, e so già che quando uscirò dal campo alla fine della partita mi scenderà anche una lacrima: sono fatto così. Salutando Masnago è come se si chiudesse un ciclo della mia vita: le mie pazzie in maglia biancorossa, quello scudetto, i miei venticinque anni, Varese". Non sarà l’unico a piangere, il Pozz. Perché questa gente gli vuol bene per davvero: al suo ingresso si spellerà le mani per dargli il bentornato e poi, dopo una partita vera, cercherà di nascondere l’immancabile commozione. "Lo so - continua Gianmarco - e io credo che i tifosi di Varese si meritino una gara vera, giocata con il cuore. Mi spiego: penso a questa partita dall’inizio dell’anno, e fino a poco tempo fa ero tentato di non giocarla nemmeno. L’avevo pure chiesto al mio presidente, che si era dimostrato comprensibile e me lo avrebbe permesso. Poi però ho capito che Varese aveva il diritto di vedermi giocare un’altra volta, di vedermi giocare per davvero: e così farò. Per i miei compagni, per Capo d’Orlando, ma soprattutto per i tifosi Varesini che da me si aspettano una grande partita. Darò il massimo". Gianmarco, in maglia biancorossa, è esploso ed è diventato il numero uno. Qui ha vinto e ha incantato, qui è ricordato come uno dei più grandi di sempre:
"Varese per me è la pallacanestro. Ho giocato in altri posti, ma da nessuna parte ho respirato l’atmosfera che si provava lì da voi. Qui a Capo d’Orlando sto vivendo qualcosa di simile, però non c’è
paragone: a Varese avevo venticinque anni, ora ne ho dieci di più".
Spazio ai ricordi, al cuore e alla commozione, dunque. Ma c’è
dell’altro: "Cristiano Carugati è il mio agente, ma è soprattutto il mio amico, siamo praticamente fidanzati. Ora lui sta passando un periodo difficilissimo, e oggi sarà sottoposto a un intervento chirurgico piuttosto serio e delicato: stasera scenderò in campo con il suo nome stampato sulla maglia, e giocherò pensando a lui".


Francesco Caielli

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00martedì 1 gennaio 2008 23:06
Fortitudo, inizia l'era di Dragan Sakota. Sacrati: 'Io ci credo ancora'

FONTE: Sito Uff. Fortitudo Bologna


Capodanno 2008, parla il Presidente Gilberto Sacrati nel pomeriggio inoltrato del PalaDozza. Nessuno cammina nel freddo pungente di Piazza Azzarita, ma la sala stampa è gremita di giornalisti, operatori e fotografi. Tutti ad ascoltare spiegazioni, motivazioni ma soprattutto decisioni: si chiude una pagina, se ne apre una nuova. "E' stata una decisione molto difficile, durata una notte intera e la mattina seguente, quando ho voluto parlare ancora una volta personalmente con Andrea Mazzon, guardandolo negli occhi. La difficoltà stava nel fatto che c'erano diversi aspetti coinvolti, da quello aziendale a quello personale. Ma un'azienda seria deve darsi degli obiettivi precisi e dei tempi per rispettarli, non a caso abbiamo atteso il 31 dicembre per dare al coach il massimo tempo per risollevare la situazione. Posso dire che lui è e rimane un ottimo allenatore che sicuramente tornerà a fare bene in futuro, ma come Società abbiamo avvertito l’esigenza di prendere una strada diversa. Abbiamo già contattato il nuovo allenatore, che era uno dei nomi in lista già prima della stagione, così come so che era stato vicino all’approdo in Fortitudo alcuni anni fa. E' Dragan Sakota, sarà qui domani mattina e speriamo di cominciare un'avventura positiva per arrivare in fondo a questa stagione". Che colpe ha visto nell'operato di Mazzon? "Non voglio dare delle colpe ad un'unica persona, non credo nemmeno che le meriti. Semmai sono di tutta la Società, dell'inesperienza anche mia, e forse più che di colpe parlerei di sfortuna e di chimica che non ha funzionato. In quanto Presidente, poi, sono io a dovermi fare carico di ogni colpa così come delle responsabilità. Oggi abbiamo preso la decisione di cambiare l'assetto tecnico, poi vedremo cosa succederà pur sapendo che non si potrà mai dire cosa sarebbe stato in caso contrario". Ci sono già delle scelte anche sull’arrivo di giocatori? "Abbiamo un elenco di nomi, ma soprattutto degli obiettivi da continuare ad inseguire. Di giocatori parleremo col nuovo allenatore, col quale abbiamo già chiarito qual è il nostro obiettivo. Si è assunto la responsabilità di portare la squadra a raggiungere quegli obiettivi. Non credo che ora perderemo tempo, il nuovo allenatore è subito stato informato delle trattative in corso e lui stesso ha aggiunto altri nomi. Credo che nel giro di una settimana si farà tutto”. Nella sua decisione è stata messa in discussione anche la squadra? "Prima di decidere ho valutato tutto l'ambiente a 360°, di certo con questa scelta non do alibi a nessuno, anzi i giocatori semmai li hanno completamente esauriti. Da Presidente neofita, ho cercato di capire come funzionano i meccanismi del basket, ho studiato personalmente le statistiche passate di ogni giocatore, ho cercato di guardare dentro la squadra. Trovando segnali di qualcosa che non andava a livello di equilibrio, lo dicono i pesanti passivi presi ad esempio a Napoli, nella ripresa di Roma o nel primo quarto con Milano. No, non parlerei di scollatura tra Mazzon e l’ambiente, forse al massimo si potrebbe parlare di una non completa integrazione di tutti ma ripeto di avere il massimo rispetto per l’allenatore e per la persona". Il rendimento di Mancinelli e Thomas nell'ultimo periodo è stato uno di quei segnali? "Credo che ogni giocatore abbia il proprio carattere, che finisce col pesare profondamente anche nel gioco. E’ importantissimo riuscire a capire fino in fondo certe situazioni, Forse, non si è riusciti a comprendere fino in fondo alcune situazioni". Dopo Cantù, si era ventilata l'ipotesi Sakota. Ha il rimpianto di non aver scelto prima? "No, perché il nostro intento di Società era quello di portare avanti un progetto, del quale l'allenatore faceva parte. Per questo abbiamo voluto dargli tutto il tempo possibile, fissando il limite al termine del girone d'andata e non me ne pento. E' anche vero che delle ultime tre partite ne volevo vincere tre, invece ne abbiamo vinta una sola di un punto”. Si potrebbe parlare di indecisionismo della Società? "Non sono d’accordo, abbiamo volutamente dato a Mazzon il tempo di provare a rimediare la situazione, speravamo di arrivare fino in fondo con lui ed inoltre aveva un contratto pluriennale. Sui giocatori da prendere, spesso i tempi non sono dovuti a una sola parte, bisogna attendere delle risposte”. Prendere Forte sarebbe kafkiano, essendo un nome voluto da Mazzon? "E' un giocatore certamente interessante, fa parte di quell'elenco ma i tempi non dipendono da noi, tocca all'Unics Kazan decidere se liberarlo. Se il nuovo allenatore lo vorrà cercheremo di prenderlo perché interessa anche alla Società. E’ vero, forse abbiamo sbagliato a dare troppo potere alla parte tecnica, nel futuro non sarà più così". C'è un progetto industriale da centinaia di milioni di euro, ma qual è ora la potenzialità economica sul mercato? "Non ci sono problemi di questo genere, semmai una gestione da migliorare: la società di basket deve raggiungere nei prossimi anni il livello della società imprenditoriale, ma non era facile farlo subito quando siamo arrivati. C’è da fare un discorso anche sugli sponsor, abbiamo trovato due grossi nomi industriali quali UPIM e Beghelli e abbiamo il dovere di fare tutto il necessario per mantenere la squadra al loro livello. Come Società, abbiamo comunque sempre fatto tutto quello che ci veniva chiesto sulla squadra, e Diego Pastori, che abbiamo preso come Direttore Sportivo ma di fatto è diventato il General Manager, sarà il referente principale del nuovo allenatore anche sui possibili giocatori da prendere. Purtroppo i risultati non sono arrivati e oggi siamo disposti a reinvestire sull’allenatore pur spendendo due volte. A livello societario, dopo la prima fase è uscito il vicepresidente Tinti, mentre Piattelli in quanto molto occupato col suo impiego in banca non è più nel CdA, dove al mio fianco ci cono Guarino e Corbisiero, ma è ancora con noi. Il prossimo anno affineremo le cose, il General Manager avrà in mano tutto ciò che serve per operare". Ora ci si dovrà rituffare nella mischia. “Resto convinto che i playoff del Campionato non siano così distanti da prendere, e non vogliamo certo dare per persa la qualificazione in Uleb Cup: i ragazzi devono andare in campo e metterci l'anima, senza l’alibi così come lo stipendio assicurato ogni mese. Io ci credo ancora, possiamo raggiungere i nostri obiettivi”.


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00venerdì 18 aprile 2008 12:14
Rientra Mancinelli e Sakota riscopre Calabria: i playoff si riavvicinano


FONTE: Il Resto del Carlino
AUTORE: Massimo Selleri

SPINTA da uno scatenato Joseph Forte, con questi due punti conquistati contro l’Eldo, l’Upim mantiene vive le speranze di agganciare l’ottavo posto, l’ultimo disponibile per i playoff. Pungolata nell’orgoglio dalle parole di Dragan Sakota che alla vigilia di questa gara aveva definito la sua squadra non all’altezza delle aspettative che società e tifosi avevano nei suoi confronti, la truppa biancoblù risponde nei migliori dei modi strappazzando una Napoli dalle buone idee ma dalle gambe molto molli, frutto di un lavoro in completa autogestione dove si vede che ormai ognuno pensa al proprio futuro perché il presente si incastra con quello grigio della società campana.

LA PARTITA è da campetto, anzi da playground dei Giardini Margherita per rimanere dalle nostre parti, e in questo tipo di gare la Fortitudo ci va a nozze, fondamentalmente perché non è necessario ragionare e ognuno ha spazio per rendere un po’ più belli i propri numeri. Tra i fortitudini tutti trovano gloria, anche Dante Calabria che fa esplodere l’intero PalaDozza per i suoi canestri segnati. In tribuna ci finisce Nelson mentre nei dodici c’è il centro James Thomas che svolge il suo compito senza entusiasmare più di tanto, anche perché Dalibor Bagaric azzecca una prestazione praticamente perfetta e Sakota lo lascia in campo fino a quando non ne ha davvero più da spendere.
L’Upim macina gioco aiutata dalla mano caldissima di Forte che, questa volta, non si spegne neppure quando Jenkins entra nella mischia al posto del partente Lamma. Dopo 9’ di gioco il punteggio vede avanti i bolognesi sul 25-15, un vantaggio che è destinato a dilatare fino al +22 (57-35) del 22’.
Il coach campano Piero Bucchi è encomiabile, continua a dare indicazioni alla squadra come se si stesse giocando punto a punto, e i suoi giocatori provano a seguirlo alternando diverse difese a zona, qualcosa la Eldo risica arrivando al -10 (65-55) con una bomba del play lettone Blums. Difficile però fermare la Fortitudo quando si accesa e, infatti, è ancora Forte seguito a Calabria ad aprire la difesa avversaria. Il tutto davanti a una Fossa dei Leoni che ha sostenuto la squadra dal primo all’ultimo secondo, e che i suoi beniamini li incita tutti senza nessuna distinzione.

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00venerdì 18 aprile 2008 12:15
Napoli s´arrende subito, l´Aquila rivede uno spiraglio di play-off


FONTE: La Repubblica
AUTORE: Francesco Forni


AVVINGHIATA a un filo di speranza nel suo sogno di play-off, la Fortitudo s´è presa un po´ d´aria buona. E´ salita sopra al muro dei cento, come non accadeva dal giugno 2006: 103-83 in gara 5 di semifinale, sempre contro Napoli. Altri tempi per tutti. Questo è solo un rinforzino buono per correre ancora dietro al miraggio dei play-off. La Effe resta decima, nonché obbligata a vincere nelle prossime due domeniche, contro Rieti e a Milano, sperando anche nei passi falsi altrui. Pesaro è a +4, ma 0-2 nei confronti diretti, e nelle ultime due giocherà a Roma e con Avellino. Cantù, dopo aver inseguito per tre quarti, l´ha spuntata con Udine, mantiene un +2 e il 2-0 e per essere irraggiungibile dalla Effe gliene basterà vincere una tra Siena (presa da ben altre priorità) al Pianella e la trasferta a Napoli. L´unica buona nuova è arrivata da Biella, matata a domicilio da Capo d´Orlando: agganciata l´Angelico, che però vanta pure lei il 2-0, aspetta la Benetton e chiuderà a Napoli.
La facile scorpacciata magari avrà rinforzato il morale per la volata obbligata. Dopo gli stenti del PalaVerde, l´Upim se l´è cavata senza alcun patema in un gioioso tiro al bersaglio, registrando il massimo in Italia di Joseph Forte (6/10, 5/7, 4/7, 7 rimbalzi, 6 perse, 6 assist) e quello stagionale di Calabria (7/8, aveva fatto 21 punti nelle ultime 13 gare). Due caramelline, in mezzo alle perduranti difficoltà, piuttosto evidenti, di Jenkins. Dentro J. T. e fuori Nelson, nella girandola che a 80´ dalla fine della stagione regolare assurdamente non ha ancora trovato una logica gerarchia, a dimostrazione della precarietà del sistema di gioco biancoblù. La serata, comoda, non ne ha comunque avuto bisogno: s´è risolta tutta in qualche scambio, o poco più.
Più convinta da subito la Fortitudo, che è passata a rullo sui tappeti lasciati da una Eldo che ci ha messo del suo anche dall´altra parte, trovando il cesto su azione (11-4 al 3´) dopo sette pali. Ma più che alla difesa, che non s´è comunque dovuta scapicollare contro gente demotivata, tutti si sono concentrati sull´attacco, buttandosi sul piatto ricco. Passo allegro, poche remore a chiudere in proprio, per tutti: subito goloso Mancinelli (7 tiri in 6´), però poco ispirato. E così Rocca, attorcigliandosi un paio di volte nei suoi gancioni, ha illuso Bucchi che almeno l´onore potesse essere salvato (14-13 al 7´). Ma così non è stato perché Forte, osservato a debita distanza da Monroe, aveva la mano caldissima, propiziando un 8-0, che richiudeva immediatamente e definitivamente la questione.
Joseph ha continuato a infierire sulla bambagia difensiva dell´Eldo, toccando quota 20 (2/2 da due, 5/5 da tre) dopo 9´30" (28-15), quando ormai il passo era da All Star Game. Presto da una parte e dall´altra si sono adeguati tutti, pronti a sfogarsi come al poligono (72 tiri dal campo delle due squadre nei primi 20´), coi dieci schierati da Sakota tutti a segno e i 48 punti toccati dopo 17´, quando nella tonnara di Treviso ne erano serviti 36´ per farne altrettanti. La giostra non ha reso il clima totalmente allegro, ma almeno i tanti gol a porta vuota hanno stemperato un poco l´atmosfera, fattasi subito grigia quando un palazzo non molto attizzato (4411 presenti) ha fischiato Jenkins (e più timidamente anche Forte) alla presentazione delle squadre e pure al suo ingresso in campo dopo 7´30". A fare un po´ di sangue ci ha pensato Bagaric (6/7) con una serie di schiaccioni. Scintille che tengono acceso il lumicino.

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00domenica 20 aprile 2008 13:07
L'Upim contro Rieti. Sakota: "Cerchiamo il primo bis"



 
Allenamento mattutino al PalaDozza, che pure non fa sciogliere a coach Dragan Sakota le riserve sul turn over.eciderò soltanto domani, quest'oggi Thomas si è allenato ma accusando mal di stomaco, non vorrei che succedesse come con Mancinelli. Preferisco vedere bene come staranno i giocatori domattina alla sessione di tiro". Arriva Rieti, serve ripetere la vittoria su Napoli. "Credo che, in tutta la stagione, questa squadra non abbia mai vinto due partite consecutive in casa, un particolare a cui prestare attenzione per cercare di riuscirci ora. A sua volta, Rieti è reduce da due sconfitte, sarà determinata a reagire: non può più raggiungere i playoff, ma agganciarci sì anche solo per un motivo di prestigio. Sono convinto che sia una squadra più forte rispetto a Napoli, non sarà facile batterla". Conterà tantissimo l'approccio psicologico, dunque. "Ripensando alle ultime sconfite fuori casa, abbiamo perso per dettagli, cattive scelte, sfortuna o altro, eppure dimostrandoci in buona forma grazie al tanto lavoro svolto. Però, appunto, bisognerà essere pronti soprattutto a livello mentale, psicologico: la prima cosa che ho chiesto alla squadra è proprio di rimanere concentrati al massimo, avendo pochi giorni per prepararci da una partita all'altra: ieri abbiamo lavorato per forza di cose senza spingere essendo il giorno dopo la gara, quest'oggi in allenamento ho visto la giusta intensità". Eppure, la squadra è lontana dal vertice. "La classifica è forzatamente la fotografia più reale della stagione, anche se i playoff sarebbero una competizione completamente diversa. D'altro canto questa non è la stessa Fortitudo di qualche anno fa, con giocatori giovani poi approdati in NBA o nelle maggiori squadre d'Europa, non si possono paragonare le due situazioni. Ma è vero che Bologna è abituata a risultati di alto livello livello, è là che dovremo cercare di tornare passo per passo". Parole di chi si sente di rimanere alla guida... "Fa parte del mio lavoro, non si può mai sapere cosa avverrà sia quando si ha contratto che non, ma allo stesso tempo non si deve mai smettere di guardare avanti, pensare alle cose da fare, lavorare in ottica positiva. Di certo non sono arrivato soltanto per finire la stagione, ma per provare a costruire qualcosa oltre, e sono convinto che i miglioramenti compiuti in questo mese siano importanti: su tutto, il fatto che siamo sempre rimasti in ogni partita fino all'ultimo". Con Napoli, Jenkins è parso condizionato dal pubblico... "Molto probabilmente è stato così, all'inizio ha cercato di giocare per la squadra, ma è anche vero che non si cambia una persona a 34 anni e dopo una carriera spesa a fare canestro, se non prende i tiri finisce per estraniarsi dal gioco. Però, la cosa più importante è che si è impegnato molto in difesa".



TUTTE LE NOTE DELLA VIGILIA
Informazioni, numeri e curiosità sul 33° turno

Trentatreesimo e penultimo turno di una regular season che volge ormai in dirittura d'arrivo ma senza risparmiare sorprese e suspense ad ogni giornata. Domani pomeriggio alle ore 18.15 al PalaDozza, di scena UPIM Bologna e Solsonica Rieti per una partita dall'importanza nuovamente fondamentale per i biancoblù.
RIETI, VOLTI NOTI... Arriva Rieti, tornano volti noti.Quello di coach Lino Lardo, che guidava Milano nella finale scudetto 2004/2005 che vide la Effe sbancare il Forum in gara 4 con la tripla allo scadere di Ruben Douglas. E quello di Davide Bonora, avversario di tante sfide decisive sia in maglia Virtus che Benetton. Per finire con quello del "Police-man" Patricio Prato, che sbarcò in Italia dopo il college a St. Bonaventure approdando proprio in Fortitudo. Ed oggi, più che uno specialista difensivo come allora, è ormai diventato un protagonista (a -15 da quota 1.000 punti in Serie A).
GLI ARBITRI... Arbitri della partita saranno Tolga Sahin (Messina, 116 presenze in A, arbitro internazionale Fiba-Uleb), Roberto Chiari (Paese, 172 presenze in A, arbitro internazionale Fiba-Uleb) ed Angelo Tullio (Fermo, 518 presenze in A).
I PRECEDENTI... Sui 21 giocati, 9-12 per Rieti. Numeri legati soprattutto al passato, mentre quest'anno all'andata ha vinto la Effe per 63-64 due giorni dopo Natale, ultima vittoria raccolta da Mazzon.
EFFE A QUOTA 800... Contro Napoli la Fortitudo ha "finalmente" tagliato il traguardo delle 800 vittorie in Serie A, dopo averlo dovuto rimandare per quattro volte di fila, mentre domani Alessandro Cittadini toccherà le 300 presenze in Serie A (con 1.582 punti).
LA GARA SUI MEDIA... Diretta video su internet con RossoAlice, diretta audio sulle frequenze di Radio Bruno (a Bologna FM 91.1, 102.8 e 105.6) e sul web con Fortitudo.it. La differita video andrà in onda su E’TV, canale analogico, lunedì sera intorno alla mezzanotte.
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00martedì 22 aprile 2008 14:10
Upim, Bagaric torna a Milano: "Si', e' come una finale"


FONTE: La Repubblica
AUTORE: MARCO MARTELLI

 
C´ERA anche lui, con Mancinelli, l´ultima volta che la Fortitudo sbancò Milano, prendendosi lo scudetto. Dalibor Bagaric, l´"unico Dio" inneggiato dalla Fossa, è il barometro dell´Aquila: se gira, come con Rieti, sposta ancora tanto. Non varrà uno scudetto, domenica, ma è la partita della vita. A Milano: curioso, vero Bagaric?
«Strano, sì. Rispetto a tre anni fa, la situazione non è felice per nessuno. Ma è una gara importante: per come siamo messi è una finale. Abbiamo potenziale, andiamo lì e cerchiamo di vincere. Entrare nei playoff ci salva la stagione, e ci dà una chance per qualificarci in Eurolega».
Dopo tutto, la meritate quest´ultima chance?
«Sì. Siamo una buona squadra, abbiamo i tifosi migliori, un bravo presidente che ha investito tanto. Più volte abbiamo fatto vedere che possiamo giocare bene: in altre no, è vero, ma ormai è andata così. Però meritiamo: davanti a noi ci sono squadre che abbiamo battuto due volte, come Pesaro o Montegranaro, e con cui abbiamo perso sulla sirena. Possiamo starci anche noi».
Se la sente, Bagaric, di fare una fotografia della stagione?
«Io devo solo giocare, analizzare è difficile. Sta al management, dal presidente in giù, sedersi per vedere cosa c´è stato di sbagliato e imparare dagli errori. Cambiare l´allenatore è stata una buona cosa. Poi le altre valutazioni: tanti giocatori buoni in una posizione, 5 americani ma solo 4 che possono giocare… Ma non sono io che devo analizzare».
Sakota, domenica, ha finito con gli "operai". Andava fatto prima?
«Sempre troppo facile parlare dopo. Quello che è stato non importa. Adesso conta solo vincere a Milano. Poi, Sakota con Rieti ci ha scelto perché eravamo in ritmo. Fossero stati in ritmo altri, avrebbe scelto altri, ne sono sicuro».
Cos´ha portato di positivo il cambio di allenatore?
«Eravamo in crisi, dovevamo cambiare: o giocatori o l´allenatore. E´ arrivato lui ed è arrivato Forte, altra buona cosa. Dalla crisi siamo usciti, ma non abbiamo mai avuto continuità: Sakota prova a tirarcela fuori, anche se non è facile. Già vincere è difficile: spesso il problema è abituarsi a perdere. Lui è arrivato in una situazione complicata, con squadra già fatta, non scelta da lui, e senza possibilità di cambiare: io penso abbia fatto il meglio e il massimo di quel che poteva fare. Ripartire da lui? Se lo si lascia lavorare, e scegliere i giocatori per il suo credo, perché no».
Quanto è lontana questa Effe dalla sua prima, vincente?
«La vidi per la prima volta a 16 anni, a Zagabria contro il Cibona. Wilkins, Fucka, Myers: incredibili. Quella squadra Seragnoli l´aveva costruita da zero e anche lui avrà avuto i suoi problemi, all´inizio: ma poi ha fatto 11 finali. Dico così perché ci vuole tempo per costruire, molto meno per distruggere, basta vedere l´anno scorso. Sacrati ha solo bisogno di tempo: le vibrazioni sono buone, segue la squadra, è sempre in trasferta, è presente. Questo i giocatori lo sentono, e pure i tifosi. Ha investito tanto, mi spiace che non lo stiamo ricompensando. La Fortitudo è la Fortitudo: merita l´Eurolega, per i tifosi e l´organizzazione che ha».
Bagaric è in scadenza, e l´ultimo contratto chiamava tanti soldi.
«Non ho ancora sentito nessuno, ma presidente e gm sanno che vorrei rimanere. Comunque è ancora presto, c´è una stagione da finire e i playoff da prendere. Onestamente, ho ricevuto un paio di chiamate dalla Russia: ma ho 27 anni, e io e la mia famiglia non siamo pronti per tanto freddo…».
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00martedì 13 maggio 2008 10:25
Fortitudo, che furto
Aquila derubata dagli arbitri che regalano il successo (69-72) a Siena I tifosi infuriati invadono il campo: scatta la caccia all'uomo, rissa finale

FONTE: Corriere di Bologna
AUTORE: Daniele Labanti
DATA: 13/05/2008


Finisce con la folla inferocita in rivolta, arbitri spintonati, la Digos che rincorre un paio di tifosi per placcarli (ci riuscirà, si parla già di provvedimenti e squalifiche), Sacrati che separa, per quel che può, i tifosi dai fischietti, Cerebuch, Cicoria e Mastrantoni che s'infilano nel tunnel sotto un nugolo d'oggetti, sganassoni e rabbia del PalaDozza, dopo aver sgraffignato gara 2 alla Fortitudo. Avremmo potuto raccontarvi mille partite, quella dirompente dell'Aquila dei primi 3', quella perfetta di Siena nei successivi 17, quella sghemba del terzo periodo o quella orgogliosa, drammaticamente eroica che la Fortitudo mette in piedi nell'ultimo quarto rientrando fino a -1 (67-68 a 3'36”, 2/2 di Lamma), invece qua troverete la cronaca d'un furto sportivo e morale. Se volete la tecnica o la carezza rivolgetevi ai soliti noti, per cui i belli e i buoni stanno da una parte sola.
I fatti. A 1'39” Lavrinovic imbuca un solo libero che vale il 68-71, di là replica Mancio e si torna a -2, Lavrinovic tira corto d'un metro, Nelson recupera l'arancia, dribbling verso l'area pitturata, sgambetto di Lavrinovic stesso. Fischio di Cicoria. Passi. Lì finisce gara 2 e inizia la tonnara, la folla vomita sugli arbitri l'incazzatura d'una contesa che d'episodi dubbi ne ha visti tanti (quarto fallo di Forte discutibile, 5 falli in 1' nel secondo quarto) ma ancora il fondo non l'aveva toccato. Cicoria, sempre lui sulla strada di Bologna quest'anno dopo la Coppitalia, non vede addirittura un fallo da rigore e non si può biasimare Sakota vedendolo strapparsi i capelli bianchi sciorinando il pickumater d'ordinanza. Quel che succede poi, violenze comprese, è frutto d'una frustrazione evidente, deprecabile e condannabile quanto inarrestabile al termine d'una gara arbitrata in modo squallido.
Cosa c'è da dire? L'8-0 biancoblù in avvio ha scaldato i cuori, poi il muffin s'è sgonfiato con un 16-2 senese corroborato da 7 perse in fila dell'Aquila. Sakota ordina i cambi sui pick'n'roll, si torna 25-28 prima della porcheria di Cittadini (terzo e quarto fallo con tecnico) che scalda il 14-3 dei verdi. Sprofonda 28-42 l'Upim e scenderà a -13 (41-54, 4'03”), senza morire mai. Non trova nulla da Jenkins, arma poco Mancio spalle a canestri, dove fa male, ma ha Jani e Torres più qualche scorribanda di Forte e con la forza del cuore pulsante biancoblù nel loggione torna a contatto. Ilievski è tossico per Siena, la mano si quadra e solo Lavrinovic, devastante, continua a martellare. C'è, sì, la possibilità di portare a casa gara 2, nonostante il conto dei liberi fosse 9/21 dopo 28', nonostante che i tiri più che creati fossero improvvisati, nonostante si sia pressoché solo inseguito: i verdi segnano 3 punti in 7' nel quarto periodo e all'ultimo chilometro la Fortitudo è spalla a spalla, trovando la forza non si sa dove per rispondere ai cesti del lituano. Eppoi quel rigore su Nelson, l'oscenità di Cicoria, il lay up di Torres stoppato da Sato in parabola nettamente discendente (e si stava 69-72 a 24” dal gong) e il furore d'un popolo che s'era già rotto le scatole da un pezzo. No, con Siena cara Fortitudo non vinci mai: è più brava, più forte, più solida, più potente. E, probabilmente, dev'essere anche più simpatica.

Upim Bologna-Montepaschi Siena 69-72 (13-20, 31-42, 55-63)

Fortitudo: Jenkins 5, Nelson 7, Mancinelli 10, Cittadini, Torres 15, Lamma 2, Bagaric 6, Janicenoks 9, Forte 15, Calabria ne, Fratini ne, Sanguinetti ne. All: Sakota.

Siena: Berti ne,McIntyre 11, Ilievski 7, Portannese ne,Eze 3, Carraretto, Sato 6,Thornton 14, Lavrinovic 18, Ress, Diener 5,Stonerook 8. All: Pianigiani.

Arbitri: Cicoria, Cerebuch, Mastrantoni.

Totale tiro: Bo 24/48 (4/15 da tre), Si 25/53 (9/26 da tre). Tiri liberi: Bo 17/31, Si 13/18. Rimbalzi: Bo 32, Si 30. Assist: Bo 9, Si 16.

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00giovedì 15 maggio 2008 15:32
Fortitudo da applausi: esce di scena a testa alta

Soltanto nel finale Siena riesce a chiudere la serie: 85-74

FONTE: - Il Resto del Carlino -
DATA: 15/05/2008


MONTEPASCHI SIENA: McIntyre 18, Eze, Sato 10, Thorton 17, Stonerook 5, Berti ne, Ilievski 3, Doretti ne, Carraretto 3, Lavrinovic 19, Ress 5, Diener 5. All. Pianigiani.

UPIM BOLOGNA: Mancinelli 18, Lamma 11, Bagaric 6, Janicenoks 5, Forte 15, Jenkins 2, Nelson, Cittadini 5, Torres 12, Calabria, Fratini ne, Sanguinetti ne. All. Sakota.

Arbitri: Sabetta, D’Este, Pozzana.
Note: parziali 13-23; 35-37;58-58;

A TESTA ALTA. Non poteva far altro la Fortitudo in una serie già compromessa dopo il 2-0 di sabato e lunedì. Trentacinque minuti su quaranta alla pari o addirittura davanti (fino al +13 del primo quarto) nonostante un Forte scomparso nella ripresa, un Jenkins mai pericoloso (1/9) e i lunghi incapaci di incidere (13 rimbalzi e 11 punti in tre). Ma il cuore non è mai mancato e non è un caso che nel PalaSclavo che aspettava soltanto di festeggiare, siano stati soprattutto Lamma e Mancinelli a lottare fino alla sirena.
E’ un destino di questa serie. Che la Fortitudo giochi con le spalle al muro o con l’animo leggero non fa differenza. I primi quarti sono tutti suoi e in maniera nettissima. Stavolta, mentre Siena forse pensa di aver già la semifinale in tasca, il quintetto di Sakota ha una partenza ancora più terrificante. Massimo vantaggio sul 16-3 dopo 5 minuti e mezzo e Montepaschi che sta a galla, si fa per dire, con i liberi ma deve aspettare 7 minuti e mezzo per segnare il primo canestro dal campo.

TUTTO IL PRIMO quarto, con qualche accenno di rientro da parte di Siena va avanti così. A far la differenza in doppia cifra alla prima sirena, è soprattutto Forte che sceglie di penetrare (4/5 da due) piuttosto che tirare da tre (1/2), massacrando così da solo la difesa toscana. Fortitudo che regge bene anche il solito confusionario approdo di Jenkins nel quintetto, ma come è già successo sabato scorso e lunedì, comincia far confusione in avvio di secondo quarto. L’aggancio di Siena si concretizza con l’8-0 con cui il Montepaschi scatta alla seconda palla due: primo pareggio di McIntyre sul 25-25 e Fortitudo che non affonda ma che al riposo lungo va avanti solo di un canestro, l’ultimo, che Torres segna sulla sirena.

QUANDO Lavrinovic finisce il paziente lavoro del Montepaschi firmando da tre il primo vantaggio senese (38-37) qualcuno rivede il film delle prime due partite ma questa Fortitudo è diversa, dura e decisa, dforse vendicativa dopo la beffa arbitrale di lunedì. Anche se Forte ha finito le munizioni, tiene in difesa e gioca bene sotto canestro. Siena deve passare a zona e questo è un segnale di preoccupazione inaspettato.
Per la prima volta la partita rispetta i piani di Sakota che voleva giocarsi la vittoria in volata. Ci riesce, il quintetto biancoblù, fino alla bordata di Mancinelli che scrive l’ennesimo pareggio sul 67-67. Da lì Siena scappa tirando un sospiro di sollievo. Ma solo Sato (81-72 a 2’ dalla sirena) le dà la certezza della semifinale.

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00domenica 18 maggio 2008 14:19
Fortitudo, no a Sakota e panchina made in Italy

Valli il preferito. In alternativa Dalmonte o Bucchi

FONTE: Il Resto del Carlino -
AUTORE: MASSIMO SELLERI
DATA: 18/05/2008


LA FORTITUDO del futuro è davanti a tanti bivi e, nonostante si aspetta l’incoronazione del nuovo general manager, qualche passo lo si è già compiuto per decidere chi siederà sulla panchina biancoblù nella prossima stagione. Sakota sembra essere fuori dai giochi, a gennaio il presidente Gilberto Sacrati nel momento di ingaggiarlo gli aveva comunque comunicato che la sua permanenza sarebbe stata vincolata al superamento di alcuni traguardi che, invece, la squadra non ha raggiunto, Drucker ha tuttora un accordo in mano, ma non interessa più, mentre si è presa la decisione che il prossimo allenatore deve essere di nazionalità italiana, o in via subordinata, conoscere a memoria la nostra realtà, non solo quella della serie A ma anche quella giovanile e delle categorie minori, perché la Fortitudo vuole andare al risparmio o meglio non vuole assolutamente sperperare tutti i quattrini che ha speso in questa stagione, trovandosi poi nella difficile situazione di avere giocatori in surplus da non poter schierare.
In cima a questa lista di coach italiani c’è Giorgio Valli, mentre un po’ indietro troviamo gli altrettanto bolognesi Piero Bucchi e Luca Dalmonte. Con Valli, però, la trattativa almeno informalmente è già partita, nel senso che c’è chi, all’interno del mondo della Fortitudo, si è mosso per tastare il terreno.

LA RISPOSTA è stata molto lineare e precisa, il coach bolognese ha appena rinnovato il contratto con Ferrara dove sta lavorando in perfetta sintonia con la società, prolungandolo fino al 2010 e, comunque, essendosi data l’Aquila come principale priorità quella del general manager, prima di compiere qualsiasi passo Sacrati dovrà sciogliere questo nodo. Valli, dopo una lunga gavetta in Virtus, ha girato per tutta Italia, da Treviglio a Ragusa, festeggiando in questa stagione la salita dalla Legadue alla serie A con il club estense, dimostrandosi anche un ottimo conoscitore del mercato, andando a pescare nel sommerso statunitense il play guardia Andre Jerome Collins insieme al general manager ferrarese Alessandro Crovetti. Valli e Savic sono amici dai tempi in cui l’attuale dirigente del Barcellona militava con la canotta bianconera della Virtus e, insieme, formerebbero una bella coppia soprattutto in un progetto ad ampio respiro in cui i giovani avranno un ruolo centrale. Savic, comunque, ha fugato ogni dubbio ed ora tra lui e la Fortitudo gli unici ostacoli potrebbero essere quelli economici non tanto per il budget ridimensionato, quanto per il suo singolo ingaggio, anche se di questo non si è ancora parlato e, come spesso succede in questi casi, la buona volontà di entrambi potrebbe aiutare ad aggirare qualsiasi tipo di intoppo.
Intanto Thomas Kesicki, il lungo polacco spesso tenuto in tribuna durante la sua esperienza bolognese, sta lavorando con Wasinghton e, essendo nato nel 1986, parteciperà al draft 2008. Al momento non è tra le probabili scelte, ma i suoi 212 centimetri uniti al suo buon tiro potrebbero aiutarlo ad inserirsi nella corsa.



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