Società e squadra, bocche cucite Si attende la certezza per parlare
le reazioni oggi andranno via i giocatori
FONTE: Gazzetta del Sud
AUTORE: Giuseppe Lazzaro
DATA:16/10/2008
Dovrebbe arrivate stamane il de profundis a mettere una pietra sopra una incredibile favola durata
46 anni per l'Orlandina Basket. Le notizie negative, sussurrate da Roma in serata dopo una intera giornata di fibrillazione, ansie, speranze e angosce, hanno gettato nella profonda depressione tutto l'ambiente biancazzurro che, ringalluzzito da qualche news giunta in città ieri mattina, sperava ardentemente nel ricorso del Tar per poter tornare a gioire al "PalaFantozzi".
Manca l'ufficialità ma, ufficiosamente, l'Orlandina è definitivamente fuori dalla serie A pur senza essere retrocessa sul campo, senza avere subìto un fallimento societario o insormontabili problemi economici o sforature di budget irreparabili. Quella mancata iscrizione a bilancio di una cartella di pagamento da 281.000 euro è costata anni di sacrifici, gioie, delusioni (poche), entusiasmo (tanto), miracoli sportivi su ogni parquet italiano, con il passaggio di grandissimi campioni del basket italiano quali Fantozzi, Esposito e Pozzecco e "big" stranieri come Carter, Mescheriakov, Robinson, McIntyre, Oliver, Evtimov, Young, Diener, Wallace, Slay.
Proprio perché manca il "nero su bianco" nessuno ha preferito parlare. Il presidente Enzo Sindoni, il ds Gianmaria Vacirca, coach Meo Sacchetti hanno evitato di fare dichiarazioni che, probabilmente, arriveranno oggi a ordinanza del Tar pubblicata.
Ma c'è chi sta già preparando i bagagli definitivamente per dare l'addio ai sogni e alle speranze. I giocatori rimasti oggi stesso andranno via. Stoicamente sono rimasti sino alla fine Edney, Ganeto, Caner-Medley, Binetti, capitan Orsini (ferito al cuore come ripete da giorni), Wojcik (rimasto in Polonia per motivi familiari) e, dulcis in fundo, Samuel Haanpaa la cui situazione rischia di diventare un "caso". Mentre gli altri compagni di (s)ventura non troveranno difficoltà ad accasarsi tra Italia ed estero, la guardia finlandese vive una situazione tutta particolare avendo rinunciato a due anni di college in Usa per sbarcare in Europa e giocare la serie A con Capo d'Orlando. E adesso il biondo scandinavo rischia di rimanere a spasso per un bel po'.
La perdita della massima serie costituisce un danno economico di indubbia portata, un danno di immagine che, con la cartolina della pallacanestro, aveva fatto il giro dell'Europa e ripartire non sarà facile.
Il presidente Enzo Sindoni è uno che non molla, ma come accetterebbe un domani di puntare a una risalita al vertice ben sapendo che poi, per un cavillo, per una mancata iscrizione a bilancio, rischia di frantumare un castello come accaduto adesso? La società non è radiata né cancellata, ma per mantenere il titolo dovrà disputare un campionato inferiore che, per come indicato il 20 settembre all'atto dell'esclusione decretato dal Consiglio federale, sarà almeno la ex C2 che oggi si chiama C regionale. Sarà così, impiegando diversi giovani provenienti dalle varie "under"?
Per il momento, non sarà facile smaltire l'amarezza e inghiottire il fatto che non ci sarà più la serie A, assolutamente impronosticabile appena un mese fa.