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00giovedì 1 novembre 2007 10:48
Inizia la Nuova Stagione
Bargnani già in forma. Toronto stende Phila

Il Mago parte in quintetto, realizza 20 punti - migliore dei suoi - in 22', e nel finale chiude i conti con i 76'ers che provavano la rimonta dopo essere stati sotto anche di 22 punti. Bene Ford, pochi minuti per Garbajosa. Iguodala top scorer

TORONTO, 1 novembre 2007 - Davanti al primo tutto esaurito dell’anno, i Raptors si aggiudicano il debutto stagionale con il punteggio di 106-97, faticando più del dovuto per battere i Sixers.
SUPER MAGO - Toronto, che ha sprecato un vantaggio di 22 punti concedendo a Philadelphia di riportarsi a -1 a 5’25” dalla fine, deve ringraziare Andrea Bargnani, autore del gioco da quattro punti che ha spezzato le gambe agli avversari in rimonta. Con Dalembert che gli frana addosso il Mago riesce comunque a centrare la tripla e dopo il tiro libero supplementare riporta i Raptors avanti di cinque (94-89) a 4’19” dalla sirena. E pensare che l’azzurro era appena rientrato in campo perché Mitchell ha giocato con un quintetto piccolo per tutto l’ultimo quarto, affidandosi prima a Bosh come unico big man per poi sostituirlo con Bargnani quando si è reso conto che CB4 aveva un evidente calo fisico. Oltre a Bargnani autore di 15 punti nel solo secondo tempo, TJ Ford è ancora ottimo in regia e bravo a trovare punti fondamentali nel difficile finale. Ma Toronto mostra segnali positivi da più fronti.
TORONTO AUTOREVOLE - Nel primo tempo, in attacco i canestri arrivano con facilità, e i Raptors segnano 58 punti con il 54% al tiro e vanno al riposo sul +8. Bargnani parte da titolare con il piede giusto segnando il primo canestro della stagione dei Raptors dopo un rimbalzo offensivo su un suo errore. Poi replica con un canestro da tre, ma il secondo fallo dopo cinque minuti lo costringe in panchina fino all’intervallo. Eppure il Mago non si scoraggia e appena rientrato nel secondo tempo segna 5 punti consecutivi per il 63-50. La pausa forzata evidentemente lo ha motivato ancor di più e ce la mette tutta per non commettere altri falli. In difesa si segnala per una stoppata su Reggie Evans e in attacco converte con due punti un altro rimbalzo dopo un libero sbagliato da Bosh, dando il massimo vantaggio a Toronto (77-55). L’ex Benetton commette anche un paio di errori con due tiri fuori equilibrio, ma l’importante è che riesce a stare in campo e a difendere senza commettere altri falli. Il terzo infatti arriva verso il finale del quarto che termina 81-67. Negli ultimi 12 minuti, i padroni di casa si fanno sorprendere da Iguodala e hanno problemi a contenere il quintetto piccolo dei Sixers anche perché Bosh si segnala in negativo con tre errori di fila in attacco. Per stasera, Mitchell può anche fare a meno del suo leader nei minuti conclusivi e per fortuna ci pensa Bargnani a togliere le castagne dal fuoco. Ottimo come sempre anche il contributo di Calderon, e molto positivo l’esordio dei nuovi Kapono e Delfino. Preoccupa invece il rendimento di Garbajosa, che ha giocato soltanto 7 minuti ed è apparso piuttosto spento. Il coach di Toronto ultimamente gli sembra preferire Kris Humphries nella rotazione, e per Garba sembra esserci all’orizzonte tanta panchina. Comunque la stagione è lunga e conoscendo Garbajosa arriverà anche il suo momento. Per ora è di Andrea Bargnani di cui tutti parlano a Toronto sia per l’highlight della partita sia per la reazione da grande giocatore alla frustrazione iniziale dovuta ai falli precoci.
TORONTO - Bargnani 20 punti (3/7 da due, 3/4 da tre e 5/5 t.l.), 5 rimbalzi, 3 falli, 1 palla persa e 2 stoppate in 22’24”. Punti: Bosh 16, Ford 14, Calderon e Parker 13, Kapono 9, Delfino 7. Rimbalzi: Delfino e Parker 6. Assist: Ford 12.
PHILADELPHIA – Punti: Iguodala 23, Korver 20, Miller 15, Green 12. Rimbalzi: Evans 15. Assist: Miller 6.
Adriana Galimberti
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00sabato 3 novembre 2007 13:03
Bargnani e Toronto super. Belinelli c'è, ma Warriors ko

FONTE: Gazzetta,it
AUTORI: Massimo Lopez Pegna-Simone Sandri

Il Mago ancora migliore marcatore dei Raptors con 21 punti nel successo 106-69 in casa dei Nets. Il romano è anche il miglior rimbalzista, con 6 palloni catturati. Beli gioca 14' nella sconfitta di Golden State con i Clippers 120-114: 5 punti e 3 assist

EAST RUTHERFORD (New Jersey, Usa) – Contro i New Jersey Nets, che li avevano eliminati l’anno scorso dai playoff, i Toronto Raptors sembrano uno squadrone con ambizioni di altissima classifica: vincono 106-69, con uno scarto di 37 punti (record della franchigia in trasferta), dopo essere stati anche sopra di 42, con sei giocatori in doppia cifra, e Andrea Bargnani miglior realizzatore (21 punti, il suo personale in Nba è di 23, 4/6 da tre e 3/5 da due) e miglior rimbalzista (6). Roba da sgranare gli occhi. Toronto gioca davvero bene, ma come ricorda l’allenatore Sam Mitchell a fine partita: “E’ solo la seconda di campionato, ce ne rimangono altre 80”.
SUBITO AVANTI - I Raptors prendono il largo all’inizio del secondo quarto (senza Bargnani) con un parziale di 17-2, poi I Nets riescono a rimontare, ma i canadesi chiudono la prima metà 56-41. E nel terzo periodo infliggono alla squadra di casa, che non riesce a riempire la propria arena neppure nella "opening night", la spallata decisiva, con un altro sonante parziale di 18-2. Bargnani nel primo quarto, in meno di un minuto, riempie quasi tutte le caselle fino allora bianche di statistiche: due liberi trasformati, due rimbalzi, un tiro da due e una tripla. Tutto in 56", appunto. Poi combina poco nel secondo quarto e nel terzo commette in maniera quasi incredibile il suo terzo e quarto fallo in appena sei secondi, che lo condannano alla panchina. Rientra comunque nell’ultimo periodo, a gochi ormai fatti, e comincia a bersagliare il canestro dei Nets con precisione chirurgica. A fine partita il romano è contento, ma alla sua maniera dice: "Certo che lo sono, ma soprattutto per come abbiamo giocato in difesa. La partita l’abbiamo vinta lì. Io miglior rimbalzista? Sì, ma ne ho catturati sei, mica sono tanti. E poi la maggior parte dei miei punti li ho fatti quando la partita ormai era già decisa". Insomma, rimane con i piedi ben saldi a terra. Ma rispetto al Bargnani, matricola anche delle ultime settimane del campionato scorso, sembra un giocatore trasformato. Dice il g.m. Maurizio Gherardini: "Ha acquisito grande fiducia nei suoi mezzi e i compagni avvertono questo cambiamento e gli passano molto più spesso la palla".

Toronto: Bargnani 21 punti (3/5; 4/6; 6 rim; 1 ass; 1 p.r.); Bosh 15 (4/6; 1/1; 5 r; 2 as; 1p.r.; 2 stop)
New Jersey: Jefferson 27 (6/11; 2/3; 5 rim; 2 ass); Krstic 9 (4/10; 4 rim; 1 ass.)



BELINELLI - I Warriors devono rimandare l’appuntamento con il primo successo della stagione. Golden State si concede troppe pause a Los Angeles contro i Clippers e alla fine viene sconfitta 120-114. Una partita strana, nella quale i Warriors alternano momenti di ottimo basket a lunghissime pause. La gara si decide nell’ultimo quarto, quando gli ospiti, avanti 95-94, subiscono un parziale di 13-0 che li fa traballare. Tutti si aspettano la resa di Baron Davis e compagni, invece Golden State reagisce con orgoglio e torna in partita piazzando un altro break importante di 17-6, arrivando al –1 (113-112) a 1'31" dalla sirena. Due canestri consecutivi dall’elevato quoziente di difficoltà firmati da Cuttino Mobley però regalano il successo ai Clippers. Marco Belinelli fa la sua parte, e dopo cinque minuti poco memorabili a cavallo tra il primo e il secondo quarto, che coincidono, non certo per colpa dell’azzurro, spesso dimenticato in attacco, con un brutto passaggio a vuoto dei Warriors, si riscatta nel secondo tempo. Belinelli, infatti, torna sul parquet a 5’28’’ dalla fine del terzo quarto con Golden State sotto di cinque punti e si guadagna gli applausi di Don Nelson con una serie di buone giocate sia in attacco che in difesa. L’ex bolognese trova un bel canestro in contropiede, poi offre due ottimi assist (bello soprattutto il primo ad Andris Biedrins) per poi trovare in apertura dell’ultimo quarto la tripla del –1. Quando il rookie di Golden State torna in panchina la squadra di Los Angeles prende decisamente il sopravvento, prima di subire però il ritorno di Golden State. Coach Nelson si può consolare con i progressi di Marco Belinelli e l’ottima prova in attacco di Kelenna Azubuike (33 punti, suo massimo in carriera). La frontline di Golden State però non riesce a limitare un eccellente Chris Kaman il quale domina la zona pitturata. Marco Belinelli chiude la sfida dello Staples Centre con i Clippers con cinque punti (1/2 da due e 1/3 da tre) e tre assist in 14’ di gioco.

Los Angeles Clippers: Kaman 26 (9/19), Mobley 21, Thomas 20, Maggette 16. Rimbalzi: Kaman 18. Assist: Knight 9.
Golden State: Azubuike 33 (10/14, 2/3), Davis 22. Rimbalzi: Davis, Azubuike 8. Assist: Davis 11.

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00mercoledì 7 novembre 2007 10:18
Bargnani e Belinelli. Serata da dimenticare

Il romano dei Raptors segna 5 punti ai Bucks che però travolgono una Toronto spenta. Il bolognese non gioca invece nemmeno un minuto contro Cleveland che vince in casa di Golden State

NEW YORK (Usa), 7 novembre 2007 - Bruttissima prestazione dei Raptors a Milwaukee mentre i Warriors si fanno superare dai Cavaliers.

Milwaukee-Toronto 112-85
Serata da dimenticare per i Raptors di Andrea Bargnani. A Milwaukee, infatti, va tutto storto. I Bucks sembrano i Suns di Mike D’Antoni, non sbagliano praticamente nulla in attacco e alla fine vincono 112-85. La squadra di casa mette subito le cose in chiaro scappando via dopo pochi minuti con un parziale di 14-0. I Bucks chiudono un primo quarto da incorniciare tirando con un incredibile 76% dal campo. Una volta avanti Milwaukee controlla senza problemi la timidissima reazione dei Raptors. Andrea Bargnani, come il resto della squadra d’altronde, non è in grandissima serata (cinque punti, tre rimbalzi, un recupero e quattro falli a carico), viene limitato dai falli e rimane in campo solamente 13’. Per la verità coach Mitchell tiene i titolari sul parquet per pochi minuti.
Una volta sotto il tecnico di Toronto tenta, infatti, di ritornare in partita affidandosi alle riserve ma non serve a nulla. Milwaukee, infatti, concede pochissimo e in attacco, grazie soprattutto alle prodezze di un perfetto Desmond Mason (10/10 dal campo), continua a tirare con percentuali da cinema (alla fine i padroni di casa chiuderanno con il 60% dal campo). Soffre soprattutto un irriconoscibile Chris Bosh (0/4 dal campo e un solo punto a referto in 16’ di gioco). “Purtroppo questa squadra ha dimostrato di essere in grado di battere chiunque ma anche di poter perdere di 30 punti – commenta il tecnico dei Raptors Sam Mitchell – se giochiamo senza la giusta concentrazione i risultati non possono che essere questi. Speriamo si sia trattato solo di una serata storta”.

Milwaukee: Mason 21 (10/10), Redd 17. Rimbalzi: Bogut 11. Assist: Redd, Williams 6.
Toronto: Dixon 20 (4/11, 2/4), Humphries 16. Rimbalzi: Humphries 9. Assist: Calderon 8.


Golden State-Cleveland 104-108
Continuano i problemi per i Warriors. Don Nelson, infatti, deve rimandare l’appuntamento con il primo successo della stagione. Contro i Cavaliers di LeBrons James il tecnico di Golden State decide di non regalare nemmeno un minuto al suo rookie Marco Belinelli. Decisione discutibile perché se è vero che Baron Davis e Monta Ellis fanno la loro parte, Kelenna Azubuike incappa in una brutta serata al tiro (2/10 per soli sei punti) e forse Nelson qualcuno dei suoi 29 minuti poteva offrirli all’azzurro. Cleveland comunque dimostra grande carattere e piazza lo sprint decisivo nella seconda parte dell’ultimo quarto. A fare la differenza ci pensa come al solito LeBron James ma il canestro più importante della gara lo firma a 2’30’’ dalla sirena Damon Jones.

Golden State: Davis 29 (10/22, 1/6), Ellis 22, Harrington 19. Rimbalzi: Biedrins 11, Harrington 10. Assist: Davis 10.
Cleveland: James 24 (7/14, 1/2), Ilgauskas, Gibson 22. Rimbalzi: James 14, Ilgauskas 13. Assist: James 9.

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00domenica 18 novembre 2007 22:43
Bargnani ok, ma non basta. A Toronto festeggia Belinelli

Ben superiore alla precedente la prova del Mago (12 punti), caricato anche dal "derby" col bolognese, che resta in campo meno di 4'. Ma Toronto, dopo aver tenuto sotto Golden State per lunghi tratti, sbaglia troppo e cede negli ultimi minuti (100-106)

TORONTO, 18 novembre 2007 - Lo storico derby, la prima sfida tra due giocatori italiani nella Nba si materializza nel secondo quarto di Raptors-Warriors, quando anche Marco Belinelli raggiunge Andrea Bargnani in campo. Nulla di indimenticabile accade all’Air Canada Centre, ma resta comunque una giornata che verrà ricordata nella nostra pallacanestro. Vince Golden State 106-100, stendendo gli avversari proprio quando Andrea viene richiamato in panchina a 10’ dalla fine. In Italia, una sconfitta così metterebbe in croce le scelte spesso incomprensibili del coach dei Raptors, Sam Mitchell.
POCO "BELI" - Belinelli fa solo una comparsata nel momento peggiore per i Warriors (zero punti in 3’54", lo 0/2 al tiro sullo scout è sbagliato: Beli tira solo una volta) ma è sufficiente per gli annali. All’Air Canada Centre è la giornata italiana. Sventolano i tricolori dedicati al Mago Bargnani che, dal maxischermo, traduce la terminologia cestistica nella nostra lingua (ma nessuno si accorge che Andrea fa diventare traveling, che nel basket vuol dire infrazione di passi, nel corretto ma fuori luogo viaggiare). Diecimila bobbleheads, le bamboline con il testone che si muove, di Andrea sono distribuite al pubblico, lo speaker si sforza di parlare la nostra lingua (ma quando segna Andrea da due punti, dice "per due"), qualche tifoso urla "forza azzurri" mentre i Raptors scendono in campo con una maglia col tricolore sui fianchi. Ma non è il momento più splendente per Andrea, reduce dai 4’35" in campo contro Indiana, punito da coach Mitchell per la sua scarsa aggressività difensiva e le carenze a rimbalzo. Però, anche senza l’azzurro, le difese in campo sfavillano, quella di Golden State per definizione, quella dei Raptors per una zona senza capo né coda di cui Mitchell abusa e che permette ai Warriors di segnare spesso da sotto.
TOCCA AD ANDREA - I Raptors vanno subito sotto (8-19) è c’è un’ovazione quando dopo 8’, Bargnani entra in campo. Cerca di essere aggressivo, ma commette subito un fallo a rimbalzo offensivo. Si riprende l’azione successiva con un tre punti: negli 11’ in campo nel primo tempo, segna 7 punti ma commette anche tre falli. Nella confusione difensiva di Toronto, lascia qualche canestro facile anche a Croshere, ma quando esce la gara è tornata in equilibrio (47-48). Ma, soprattutto si materializza il primo derby italiano nella Nba della storia: per un minuto, Bargnani e Belinelli restano in campo uno contro l’altro. Beli resiste 4’, sbaglia un tiro da tre, subisce una brutta penetrazione da Dixon ma, più che altro, vede pochi palloni. Viene relegato nell’angolo destro in attesa di scarichi che non arrivano. Pur senza colpe specifiche, il suo passaggio in campo coincide col recupero degli avversari. La partita di Beli finisce qui e quando il Barone, Baron Davis, si segnala per un paio di azioni dove non torna neppure in difesa, Toronto riesce ad andare avanti anche per i 21 punti nel primo tempo di TJ Ford (61-58).
L'ULTIMO QUARTO - Andrea torna in campo a metà del terzo quarto (73-69), segna subito con un movimento fantastico di giro e tiro dall’angolo, arriva in doppia cifra con un regalo sotto canestro di Jamario Moon, ma la difesa dei Raptors non è migliore di quella dei Warriors e la gara resta in equilibrio. Solo la cattiva percentuale da tre di Golden State non permette il sorpasso. A 10’ dalla fine, Bargnani torna in panchina definitivamente (89-84), Davis decide di dare un saggio del suo fantastico talento nella metà campo d’attacco. Segna 9 punti nell’ultimo quarto e Golden State produce il 17-4 decisivo (95-103 a 1’30" dalla fine) mentre i Raptors sbagliano ripetutamente da tre affondando (3/21 alla fine).

TORONTO-GOLDEN STATE 100-106

BARGNANI -Minuti: 19.29. Punti: 12. Rimbalzi: 3. Assist: 0.

TORONTO - Punti: Ford 29, Bosh e Kapono 11. Rimbalzi: Bosh 11, Moon e Delfino 7. Assist: Ford 9, Calderon 5, Moon 3.

GOLDEN STATE -Punti: Jackson 17, Davis e Azubuike 16. Rimbalzi: Biedrins 14, Davis 9, Azubuike 5. Assist: Davis 7, Jackson 5.


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00domenica 1 giugno 2008 10:14
Celtics-L.A. Lakers Torna dopo 22 anni "la" Finale Nba
Giovedì a Boston gara-1

- La Gazzetta del Sud -

Celtics contro Lakers, riecco dopo vent'anni la sfida dei record. La Nba riesuma la sua "classica" di sempre, il duello ormai da leggenda rimasto in naftalina quasi un quarto di secolo torna a infiammare l'America. Si ritrovano contro in finale per l'undicesima volta: l'ultima nel 1987 fu vinta da L.A.
Trenta titoli in due (16 di Boston contro 14, magra consolazione per i Lakers aver giocato più finali degli eterni rivali: 29 contro 19). Los Angeles e Boston hanno dominato la scena degli anni Ottanta: tre le finali in quegli anni, cui vanno aggiunte le sette a cavallo tra gli anni '50 e '60 grazie al genio di Auerbach, con i Celtics sempre vittoriosi. Poi la serie degli anni '80, con la finale 1983/84 vinta da Boston e quelle 1984/85 e 1986/87 da Los Angeles.
Una sfida che non conteneva solo l'aspetto sportivo. C'era tutta l'America divisa tra una squadra, i Celtics, a netta supremazia bianca e un'altra, i Lakers, a predominanza nera. Bird, McHale e Ainge da una parte (anche se poi ad esempio c'era anche un nero che più nero non si può come Robert Parish), dall'altra Magic Johnson, Jabbar e Worthy. Oggi la vetrina è invece tutta per Garnett e Allen, i giocatori che hanno trascinato Boston dalle stalle alle stelle in un anno, e per Kobe Bryant: eletto miglior giocatore della stagione regolare, il fenomeno dei Lakers è stato l'autentico trascinatore dopo aver minacciato di andarsene a inizio stagione: ma poi tutto è rientrato e Los Angeles, grazie all'arrivo dello spagnolo Pau Gasol, ha spiccato il volo.
«Adesso tocca ai Lakers» ha esultato il bostoniano Paul Pierce, che ha ricordato di essere stato «cullato» da bambino dalle mitiche sfide degli anni Ottanta. Nella semifinale Ovest, Los Angeles ha eliminato i campioni uscenti dei San Antonio Spurs; a Est, Boston ha fatto fuori i Detroit Pistons, già campioni Nba quattro anni fa. Rispetto alla squadra che ha dominato a lungo la Nba (11 volte campioni in 13 stagioni tra il 1957 e il 1969) i Celtics, che sono nati nel '46, hanno dunque cambiato... pelle. L'ultimo titolo per loro risale al 1986: da allora hanno vissuto momenti amari e fallimenti. Poi, l'estate scorsa, la svolta: hanno dominato la stagione regolare vincendo 66 partite (primi nella Nba) e partono dunque come i favoriti di questa finale, al via giovedì al meglio delle sette partite. Ma i Lakers della "vecchia volpe" Phil Jackson hanno dalla loro l'esperienza.
Una finale, dunque, che è un tuffo nel passato. E magari, per completare l'amarcord, l'anno prossimo tornerà protagonista anche Philadelphia. Se trova un nuovo Julius Erving.

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00venerdì 27 giugno 2008 10:33
Draft Nba, Gallinari a New York col n°6


FONTE: La Gazzetta.it
AUTORE: Guido Guida
DATA: 27/06/2008



Danilo Gallinari è da ieri sera un giocatore dei New York Knicks: al Madison Square Garden, nello show del Draft 2008, il 19enne giocatore dell'Armani Jeans Milano è stato scelto con il numero 6. Gallinari è l'unico giocatore non statunitense tra i primi 19 del draft. L'annuncio è stato accolto da fischi piuttosto nutriti da parte dei tifosi dei Knicks presenti: il club newyorchese, da anni lontano dai fasti dei tempi migliori e anzi ridotto a fantasma di una squadra vincente (quest'anno il bilancio è stato un disastroso 23 vittorie-59 sconfitte), ha tifosi ormai esasperati, che avrebbero preferito un giocatore più "conosciuto", uscito dall'inesauribile fucina delle università americane. Mike D'Antoni, nuovo coach chiamato a risollevare la franchigia dal ruolo di cenerentola, non si è detto preoccupato dell'accoglienza: "Sarei preoccupato se i fischi ci fossero all'inizio della prossima stagione, ma vedrete che non sarà così". D'Antoni ha poi descritto Gallinari come un'ala forte che "tira bene da 3 punti, corre, passa e gestisce la palla bene". "Speriamo che qualcuno gli insegni anche a difendere", ha aggiunto D'Antoni con la consueta ironia: evidente il riferimento alla propria fama di allenatore che non si curca troppo della fase difensiva. D'altra parte i tifosi newyorchesi non hanno tutti i torti a diffidare delle scelte della dirigenza: è dal 1994 (quando i Knicks chiamarono Charlie Ward) che la franchigia fallisce la scelta del primo giro. Negli ultimi due anni, tanto per restare agli anni recenti, sono stati chiamati Wilson Chandler, Mardy Collins e Renaldo Balkman: nomi e storie insignificanti nella Nba.
COSI' I BIG - La prima scelta assoluta, di Chicago, è caduta su Derrick Rose, guardia da Memphis, 20 anni a ottobre, finalista del torneo Ncaa: ha chiuso la prima stagione da collegiale con 14,9 punti a partita. La leadership innata è forse la sua prima qualità. Col numero 2 i Miami Heat hanno chiamato Michael Beasley, ala che nell'ultima stagione Ncaa con Kansas State è andato 28 volte in doppia doppia. Terza scelta, in un draft in linea con le previsioni degli esperti, per OJ Mayo, guardia di 1,93 e compagno di Daniel Hackett a Southern California, scelto da Minnesota. Col numero 4 i Seattle Supersonics hanno scelto Russell Westbrook, playmaker di 1,90, 20 anni a novembre, da Ucla. Memphis, che aveva la scelta numero 5, ha chiamato Kevin Love, ala di 2,08 , figlior d'arte e nipote del cantante dei Beach Boys, 20 anni il mese prossimo, che ha chiuso la prima stagione a Ucla con 17,5 punti e oltre 10 rimbalzi.

INTERNATIONAL - Danilo Gallinari, terzo italiano scelto al primo giro dopo Bargnani e Belinelli, è stato il primo di 14 stranieri entrati nel draft e l'unico fino al numero 20 quando è stato chiamato il francese Ajinca. Ben sette i giocatori che hanno cambiato maglia subito dopo essere stati scelti in una serata ricca di scambi. Tra le operazioni di mercato spiccano il trasferimento di Richard Jefferson a Milwaukee in cambio di Yi Jianlian e Bobby Simmons e quello di Jermaine O'Neal a Toronto in cambio di T.J. Ford e Rasho Nesterovic.

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