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[COLORE=#B6FF00][DIM=16pt][G]Scattano i Play Off. Il tabellone[/G][/DIM][/COLORE]

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2012 16:15
15/05/2011 22:28
 
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Patrizio
Re:
reed70., 15/05/2011 22.21:

Rimini va sul 2 - 0 contro veroli




Mah! C'è qualcosa che non capisco. [SM=g8564]
15/05/2011 22:30
 
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Re: Re:
SempreSottoSopra, 15/05/2011 22.22:



Rimini invece vince 66-58 e va sul 2-0 come casale e venezia.

Barcellona è l'unica ad aver vinto fuori casa in questi primi due round di playoff.




Beh, ammetto che Veroli mi ha proprio deluso e che Caja ha messo su una bella squadra...

___________________________________________
...perché il basket, come qualsiasi altra disciplina, porta il nome della città sui campi d'Italia, su internet, sulla bocca di tanti...

FORZA BARCELLONA .... SEMPRE E COMUNQUE!!!!!
15/05/2011 22:35
 
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ArciDuca
Re: Re:
jimi68, 15/05/2011 22.28:




Mah! C'è qualcosa che non capisco. [SM=g8564]



e già questo è un passo avanti..
15/05/2011 23:00
 
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Re: Re: Re:
SempreSottoSopra, 15/05/2011 22.35:



e già questo è un passo avanti..




Quotone
15/05/2011 23:46
 
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Re: Re: Re:
Show_, 15/05/2011 22.30:




Beh, ammetto che Veroli mi ha proprio deluso e che Caja ha messo su una bella squadra...





Visto che ci sei ammetti che non capisci una mazza di basket e fai prima...
16/05/2011 11:24
 
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Patrizio
Re: Re: Re:
SempreSottoSopra, 15/05/2011 22.35:



e già questo è un passo avanti..




È men male l'agitarsi nel dubbio, che il riposar nell'errore.
Alessandro Manzoni, Storia della colonna infame, 1840

Aggiungo, di mio, 2011: afanculu, tu e reed. [SM=g8144]
16/05/2011 11:56
 
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Re:
Show_, 15/05/2011 20.09:


Intanto Venezia fa 2-0 vincendo 83-70 Gara 2.

Stasera vediamo che fa Rimini... per me perde.




[SM=g8207] [SM=g8207] [SM=g8207] [SM=g8207]
16/05/2011 12:03
 
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Intanto su quasi tutti i campi di legadue e serie A dilettanti si parla di arbitraggi scandalosi.
E' un alibi per chi perde, oppure c'è dell'altro???
16/05/2011 12:41
 
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Conte
Caja elocia tutti, Cavina critica gli arbitri




- La Voce di Romagna -

16/05/2011 09:07 - RIMINI (ma.pep) - Felice e fiero, l’Artiglio si presenta in sala stampa convinto di aver visto un’altra grande prestazione dei suoi ragazzi. “Partita molto difficile, loro ci hanno messo tanta intensità e noi siamo stati ancora una volta bravi perché abbiamo difeso bene e non ci siamo disuniti quando qualche tiro sbagliato nostro li ha fatti avvicinare - dice il coach dei Crabs -. Abbiamo avuto un grande contributo della panchina nel primo tempo, cosa che ci ha permesso di far riposare i titolari e tenerli freschi per il finale: questa è l’intensità dei playoff, è stata una splendida partita di playoff”.
Alessandro Piazza è stato il migliore di gara2 non solo per come ha difeso, ma anche per un paio di ottime azioni offensive nel momento clou. “Ogni volta ripeto le stesse cose: Piazza ha fatto una grandissima prova, ma Roderick, nonostante il 3/10, ha eseguito un’eccellente difesa su Jackson che non ha visto il canestro e non per merito suo. L’1/9 dell’americano di Veroli è completamente merito di T-Rod, così come Filloy magari non ha segnato tanto ma ha messo gli ultimi 4 punti. E cosa dire di Gurini, Foiera e tutti gli altri: questa è la nostra risposta a chi si era preso gli impegni e dovrebbe mantenerli”. Ora si va a Veroli con due match di vantaggio, ma ovviamente la serie è ben lontana dall’essere finita. “Macché finita, noi rispettiamo Veroli e io lo dissi in tempi non sospetti: quando andammo a giocare a Frosinone in sede di regular season e sembravano in difficoltà - chiude Caja - dissi che mi sembrava strano e quindi già da allora conoscevo il loro valore. Per noi sarà durissima, dobbiamo fare un’altra grande partita ancora”. Demis Cavina è invece amareggiato ma anche arrabbiato con gli arbitri.
CAVINA "Non mi piace parlare di queste cose, ma mi tocca farlo - esordisce invece Demis Cavina, che focalizza quasi tutto il suo intervento sui tre grigi - Rimini ha meritato di vincere, ma non è mi è piaciuto il metro arbitrale e a un certo punto, nell'ultimo periodo, un arbitro è venuto da me e mi ha detto 'siete 1 fallo contro 5, per un po' non vi fischio niente'. Con ciò non voglio, ripetere, togliere dei meriti ai Crabs, ma se avessimo avutola possibilità di giocare con tutti gli effettivi sarebbe andata forse diversamente (il riferimento è ai 5 falli prematuri di Gatto e Brkic, ndc). Sono curioso di rivedere la partita sul pullman per dare un’occhiata alle fischiate della ripresa: la mia convinzione è che certe frasi dette nel pre-serie (qui si riferisce a Caja, ndc) abbiano avuto il loro peso e questo mi fa arrabbiare”.


Questa cosa è da chiarire.
16/05/2011 13:39
 
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la verità è che gli arbitri di LegaDue oltre ad essere veramente scarsi sono pure presuntuosi.
16/05/2011 15:25
 
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Teramo paghera' i 500 mila euro. Antonetti: 'Serie A troppo importante'


16/05/2011 15:18


- Repubblica.it -




Carlo Antonetti è il primo presidente nella storia dello sport italiano che si trova a dover fare una scelta senza precedenti. La sua Teramo ha chiuso la stagione al penultimo posto della classifica. Fino all'anno scorso sarebbe retrocessa, ma ora può evitarlo pagando il "premio di risultato", detto anche e altrettanto impropriamente "wild-card". Entra una settimana deve formulare il suo intendimento di accedere all'opportunità, ed entro un mese mettere a disposizione della Lega mezzo milione di euro (contanti o fidejussione bancaria). Che poi andranno in tasca alla seconda classificata di Legadue, a parziale risarcimento della promozione che non c'è più. A poco più di due minuti dalla fine, la Banca Tercas vinceva a Bologna di sette punti, in controllo sulla gara. Un fallo antisportivo sanzionato a Fletcher su Sanikidze ha innescato la reazione della Virtus, che da quel momento non ha sbagliato più nulla (5/5 al tiro, 4/4 ai liberi). Ha sorpassato e vinto. A Teramo, che con De La Fuente ha fallito il tiro della vittoria sulla sirena, è rimasta la rabbia per quel fischio e ciò che ha comportato. Complici peraltro i giocatori e quel che hanno saputo fare in quegli ultimi due minuti.

Presidente Antonetti, peggio la serata o la nottata?
"La serata è finita male, la rabbia è continuata nella notte e resta intatta oggi. Stavamo realizzando un sogno sportivo, con sacrificio, impegno, lavoro, senso di unità in mesi molto difficili. Eravamo già retrocessi e abbiamo continuato a combattere".

Se l'analisi della partita resta la stessa di ieri, la sua qual è?
"A Bologna abbiamo giocato una grande partita, meritando una vittoria che avevamo in mano. Il lato economico ha una valenza non indifferente, ma ciò che fa più male è la sconfitta morale per un fischio che ci ha negato l'impresa sportiva. Che resta l'essenza di questo mondo, al di là della posta in palio".

Il vostro girone di ritorno a lungo è valso quello di Varese e Bologna. Prima però tanti errori, quali?
"I problemi sono iniziati con il girone di ritorno dell'anno scorso, fatto di tante sconfitte che hanno scaricato l'ambiente. Intaccando anche il valore di Capobianco, persona che stimo e cui sono rimasto legato. La nostra stagione poi è iniziata con la sconfitta dopo un supplementare contro Milano, avanti di otto a tre minuti dalla fine. Proseguita con quella con Sassari prendendo canestro a 50 centesimi dalla sirena. Episodi che hanno accelerato la crisi, sono emersi problemi con alcuni giocatori, l'infortunio di Show, la ricerca di alternative sul mercato non arrivate nei tempi desiderati. Siamo partiti 0/6 e questo ha creato ansia, l'idea che non fossimo capaci di vincere una partita".

E' stata una stagione più sofferta per la squadra o per il club?
"Per il club molto sofferta. Ma vissuta con grande dignità, cercando per quanto possibile di non farla gravare sulla squadra. Il rischio che tutto si sfasci esiste anche nelle migliori famiglie. Abbiamo sempre creduto nei valori umani di chi formava questo gruppo e la prova tangibile di questo è l'essere arrivati all'ultima giornata ancora in corsa per l'impresa".

C'è un filo conduttore: dopo la coppa europea i club vanno in affanno. E' successo a Napoli, Avellino, Biella, voi.
"Abbiamo vissuto otto anni di Serie A salvandoci bene. Con una stagione strepitosa tre anni fa, terzi. Una specie di doping, un campionato così importante per un ambiente piccolo e non abituato a questo. L'Europa diventa una conseguenza, la difficoltà non è stato il competere in coppa quanto ciò che questo crea: il roster che va allungato, l'idea che il tuo target diventi medio-alto, i costi che salgono. Ma spendi soprattutto per difendere il tuo posto nei playoff, che è quel valore che non puoi perdere ma, al tempo stesso, diventa una sciagura. Se un anno li fai e quello dopo no, si perde la dimensione dell'impresa. C'è finita dentro anche Caserta, quest'anno. L'Europa non dà ritorno, ma ciò che pesa sono i costi italiani, la fiscalità. Ed il grande equilibrio: con cinque vittorie in più eravamo tra le seste".

Pensa che dopo otto anni di A a Teramo siano state esaurite, o saccheggiate, tutte le risorse? Un mese fa ha lanciato un appello. Dicendo "non ce la facciamo" e non era rivolto al mezzo milione.
"In questi ultimi giorni ho trovato consapevolezza attorno a ciò che valiamo. Questo club è cresciuto su tre pilastri ma quello delle istituzioni è venuto meno, quello dell'imprenditoria ha ridotto il suo apporto e così siamo rimasti noi tre soci a far sacrifici enormi. Dobbiamo rimettere in piedi un sistema e devo dire che uno spiraglio di luce si vede. Venerdì ad esempio abbiamo adempiuto a tutte le scadenze previste, in leggero anticipo sui tempi. C'è fermento e quindi possibilità. E le istituzioni devono tornare a darci un sostegno, la cultura non è solo andare a teatro o leggere un libro".

C'è anche un'altra verità: fino all'anno scorso, oggi Teramo sarebbe retrocessa. Stavolta invece no, le si offre una chance di salvare il suo diritto.
"E' vero. Dopo la sconfitta di Brindisi eravamo retrocessi. Andare a Bologna a giocarci il terz'ultimo posto è stata già un'impresa. La stavamo completando, con la vittoria. Ora dobbiamo trasformare la rabbia in energia positiva".

Parliamo del premio di risultato, della sua origine e della sua applicazione: era nato con l'idea di un ranking, oggi lo si vede come una multa salatissima e nulla più. Concorda?
"S'è fatta una cosa all'italiana, a mezza strada. Che fosse così si sapeva dall'inizio, capisco che la percezione è negativa, va perfezionata perché non rende onore ai meriti acquisiti negli anni e che svaniscono per una stagione sbagliata. In questo momento la retrocessione è un problema: alza i costi, non aiuta lo sviluppo, rende difficile far giocare gli italiani. Poi l'equilibrio che c'è coinvolge molte squadre e ci generano tensioni. E tra Serie A e Legadue c'è un abisso".

Lei è il primo presidente che deve soppesare la scelta. Salvare il titolo, che costa mezzo milione di euro, oppure accettare la Legadue che con una riduzione dei costi potrebbe dare un futuro meno complesso al club, in tempo di riduzione degli introiti.
"Oggi posso dire che i nostri sforzi sono tutti diretti per pagare quella cifra, mantenendo il diritto di Serie A. Una scelta forse antieconomica, ma logica per ciò che questo club rappresenta per il territorio. E poi noi la Legadue l'abbiamo fatta solo per sette mesi, saliti e subito promossi. Qui non c'è cultura di Legadue, ma quella di otto anni di Serie A. E tra i due campionati la differenza percepita è molto alta".

E' stato anche il primo presidente che, entrando in un palasport, ha provato a sbancarlo. Altrimenti avrebbe perso mezzo milione. Neanche al casinò...
"Una sensazione stranissima, molto pesante da sostenere. Un destino troppo legato alla pallina, al croupier, alla fortuna. Il bello dello sport è che a decidere tutto sia una partita, ma oggi si sono caricate di significati troppo elevati. Dal casinò sono uscito più povero, ma la ferita che sarà più dura da rimarginare sarà quella morale".

Cosa accadrà in questa settimana?
"Riuniremo la società, ma essendo in tre si fa presto... Inviteremo quanti ci possono dare un sostegno: le Istituzioni della città, della Provincia e della Regione. Ed i nostri sponsor, tutti quelli che ci vogliono dare una mano".

Di squadre che hanno fatto bene ne ha avute parecchie, giocatori come allenatori: il gruppo di Ramagli dove lo mette in questa classifica?
"In tutta sincerità, escludendo il grande lavoro di Ramagli, i primi sette mesi vorrei cancellarli. Negli ultimi due invece la qualità di questa squadra ha raggiunto livelli insperati".

Salvata la Serie A si riparte da Ramagli, quindi?
"La sua positività ha generato un forte senso di riscatto. Perché abbiamo comunque realizzato un'impresa, pure se incompiuta. Appena potrò farlo esprimerò a Ramagli il desiderio di ripartire con lui".

Ma lei, Antonetti, ha ancora desiderio di proseguire?
"Dopo dodici anni, da padre rischio di diventare nonno di questo club. Ma l'abbiamo creato assieme a qualche amico, spinto dalla passione per uno sport che ho giocato e porto dentro. Amo questa creatura, l'imprenditore arriva e se ne va, la passione invece non tradisce. L'impegno è sempre più gravoso e complesso. Però dopo quello che è successo ho una grande carica dentro. Anche per come è successo".

Certo che, all'ultima giornata, quel 4/4 da 3 punti di Peppe Poeta non se l'aspettava...
"Ho visto che rispetto a quando giocava da noi è molto migliorato nel tiro da tre... Sono contento per la Nazionale".

Stefano Valenti
16/05/2011 21:06
 
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Re: Re: Re: Re:
Sidun., 15/05/2011 23.46:




Visto che ci sei ammetti che non capisci una mazza di basket e fai prima...



Se avessi mai insinuato il contrario lo farei volentieri...

Ignorante sugnu, e puru assai... [SM=g8920] [SM=g8920] [SM=g8920]
___________________________________________
...perché il basket, come qualsiasi altra disciplina, porta il nome della città sui campi d'Italia, su internet, sulla bocca di tanti...

FORZA BARCELLONA .... SEMPRE E COMUNQUE!!!!!
17/05/2011 01:51
 
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Teramo paghera' i 500 mila euro. Antonetti: 'Serie A troppo importante'


16/05/2011 15:18


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Carlo Antonetti è il primo presidente nella storia dello sport italiano che si trova a dover fare una scelta senza precedenti. La sua Teramo ha chiuso la stagione al penultimo posto della classifica. Fino all'anno scorso sarebbe retrocessa, ma ora può evitarlo pagando il "premio di risultato", detto anche e altrettanto impropriamente "wild-card". Entra una settimana deve formulare il suo intendimento di accedere all'opportunità, ed entro un mese mettere a disposizione della Lega mezzo milione di euro (contanti o fidejussione bancaria). Che poi andranno in tasca alla seconda classificata di Legadue, a parziale risarcimento della promozione che non c'è più. A poco più di due minuti dalla fine, la Banca Tercas vinceva a Bologna di sette punti, in controllo sulla gara. Un fallo antisportivo sanzionato a Fletcher su Sanikidze ha innescato la reazione della Virtus, che da quel momento non ha sbagliato più nulla (5/5 al tiro, 4/4 ai liberi). Ha sorpassato e vinto. A Teramo, che con De La Fuente ha fallito il tiro della vittoria sulla sirena, è rimasta la rabbia per quel fischio e ciò che ha comportato. Complici peraltro i giocatori e quel che hanno saputo fare in quegli ultimi due minuti.

Presidente Antonetti, peggio la serata o la nottata?
"La serata è finita male, la rabbia è continuata nella notte e resta intatta oggi. Stavamo realizzando un sogno sportivo, con sacrificio, impegno, lavoro, senso di unità in mesi molto difficili. Eravamo già retrocessi e abbiamo continuato a combattere".

Se l'analisi della partita resta la stessa di ieri, la sua qual è?
"A Bologna abbiamo giocato una grande partita, meritando una vittoria che avevamo in mano. Il lato economico ha una valenza non indifferente, ma ciò che fa più male è la sconfitta morale per un fischio che ci ha negato l'impresa sportiva. Che resta l'essenza di questo mondo, al di là della posta in palio".

Il vostro girone di ritorno a lungo è valso quello di Varese e Bologna. Prima però tanti errori, quali?
"I problemi sono iniziati con il girone di ritorno dell'anno scorso, fatto di tante sconfitte che hanno scaricato l'ambiente. Intaccando anche il valore di Capobianco, persona che stimo e cui sono rimasto legato. La nostra stagione poi è iniziata con la sconfitta dopo un supplementare contro Milano, avanti di otto a tre minuti dalla fine. Proseguita con quella con Sassari prendendo canestro a 50 centesimi dalla sirena. Episodi che hanno accelerato la crisi, sono emersi problemi con alcuni giocatori, l'infortunio di Show, la ricerca di alternative sul mercato non arrivate nei tempi desiderati. Siamo partiti 0/6 e questo ha creato ansia, l'idea che non fossimo capaci di vincere una partita".

E' stata una stagione più sofferta per la squadra o per il club?
"Per il club molto sofferta. Ma vissuta con grande dignità, cercando per quanto possibile di non farla gravare sulla squadra. Il rischio che tutto si sfasci esiste anche nelle migliori famiglie. Abbiamo sempre creduto nei valori umani di chi formava questo gruppo e la prova tangibile di questo è l'essere arrivati all'ultima giornata ancora in corsa per l'impresa".

C'è un filo conduttore: dopo la coppa europea i club vanno in affanno. E' successo a Napoli, Avellino, Biella, voi.
"Abbiamo vissuto otto anni di Serie A salvandoci bene. Con una stagione strepitosa tre anni fa, terzi. Una specie di doping, un campionato così importante per un ambiente piccolo e non abituato a questo. L'Europa diventa una conseguenza, la difficoltà non è stato il competere in coppa quanto ciò che questo crea: il roster che va allungato, l'idea che il tuo target diventi medio-alto, i costi che salgono. Ma spendi soprattutto per difendere il tuo posto nei playoff, che è quel valore che non puoi perdere ma, al tempo stesso, diventa una sciagura. Se un anno li fai e quello dopo no, si perde la dimensione dell'impresa. C'è finita dentro anche Caserta, quest'anno. L'Europa non dà ritorno, ma ciò che pesa sono i costi italiani, la fiscalità. Ed il grande equilibrio: con cinque vittorie in più eravamo tra le seste".

Pensa che dopo otto anni di A a Teramo siano state esaurite, o saccheggiate, tutte le risorse? Un mese fa ha lanciato un appello. Dicendo "non ce la facciamo" e non era rivolto al mezzo milione.
"In questi ultimi giorni ho trovato consapevolezza attorno a ciò che valiamo. Questo club è cresciuto su tre pilastri ma quello delle istituzioni è venuto meno, quello dell'imprenditoria ha ridotto il suo apporto e così siamo rimasti noi tre soci a far sacrifici enormi. Dobbiamo rimettere in piedi un sistema e devo dire che uno spiraglio di luce si vede. Venerdì ad esempio abbiamo adempiuto a tutte le scadenze previste, in leggero anticipo sui tempi. C'è fermento e quindi possibilità. E le istituzioni devono tornare a darci un sostegno, la cultura non è solo andare a teatro o leggere un libro".

C'è anche un'altra verità: fino all'anno scorso, oggi Teramo sarebbe retrocessa. Stavolta invece no, le si offre una chance di salvare il suo diritto.
"E' vero. Dopo la sconfitta di Brindisi eravamo retrocessi. Andare a Bologna a giocarci il terz'ultimo posto è stata già un'impresa. La stavamo completando, con la vittoria. Ora dobbiamo trasformare la rabbia in energia positiva".

Parliamo del premio di risultato, della sua origine e della sua applicazione: era nato con l'idea di un ranking, oggi lo si vede come una multa salatissima e nulla più. Concorda?
"S'è fatta una cosa all'italiana, a mezza strada. Che fosse così si sapeva dall'inizio, capisco che la percezione è negativa, va perfezionata perché non rende onore ai meriti acquisiti negli anni e che svaniscono per una stagione sbagliata. In questo momento la retrocessione è un problema: alza i costi, non aiuta lo sviluppo, rende difficile far giocare gli italiani. Poi l'equilibrio che c'è coinvolge molte squadre e ci generano tensioni. E tra Serie A e Legadue c'è un abisso".

Lei è il primo presidente che deve soppesare la scelta. Salvare il titolo, che costa mezzo milione di euro, oppure accettare la Legadue che con una riduzione dei costi potrebbe dare un futuro meno complesso al club, in tempo di riduzione degli introiti.
"Oggi posso dire che i nostri sforzi sono tutti diretti per pagare quella cifra, mantenendo il diritto di Serie A. Una scelta forse antieconomica, ma logica per ciò che questo club rappresenta per il territorio. E poi noi la Legadue l'abbiamo fatta solo per sette mesi, saliti e subito promossi. Qui non c'è cultura di Legadue, ma quella di otto anni di Serie A. E tra i due campionati la differenza percepita è molto alta".

E' stato anche il primo presidente che, entrando in un palasport, ha provato a sbancarlo. Altrimenti avrebbe perso mezzo milione. Neanche al casinò...
"Una sensazione stranissima, molto pesante da sostenere. Un destino troppo legato alla pallina, al croupier, alla fortuna. Il bello dello sport è che a decidere tutto sia una partita, ma oggi si sono caricate di significati troppo elevati. Dal casinò sono uscito più povero, ma la ferita che sarà più dura da rimarginare sarà quella morale".

Cosa accadrà in questa settimana?
"Riuniremo la società, ma essendo in tre si fa presto... Inviteremo quanti ci possono dare un sostegno: le Istituzioni della città, della Provincia e della Regione. Ed i nostri sponsor, tutti quelli che ci vogliono dare una mano".

Di squadre che hanno fatto bene ne ha avute parecchie, giocatori come allenatori: il gruppo di Ramagli dove lo mette in questa classifica?
"In tutta sincerità, escludendo il grande lavoro di Ramagli, i primi sette mesi vorrei cancellarli. Negli ultimi due invece la qualità di questa squadra ha raggiunto livelli insperati".

Salvata la Serie A si riparte da Ramagli, quindi?
"La sua positività ha generato un forte senso di riscatto. Perché abbiamo comunque realizzato un'impresa, pure se incompiuta. Appena potrò farlo esprimerò a Ramagli il desiderio di ripartire con lui".

Ma lei, Antonetti, ha ancora desiderio di proseguire?
"Dopo dodici anni, da padre rischio di diventare nonno di questo club. Ma l'abbiamo creato assieme a qualche amico, spinto dalla passione per uno sport che ho giocato e porto dentro. Amo questa creatura, l'imprenditore arriva e se ne va, la passione invece non tradisce. L'impegno è sempre più gravoso e complesso. Però dopo quello che è successo ho una grande carica dentro. Anche per come è successo".

Certo che, all'ultima giornata, quel 4/4 da 3 punti di Peppe Poeta non se l'aspettava...
"Ho visto che rispetto a quando giocava da noi è molto migliorato nel tiro da tre... Sono contento per la Nazionale".

Stefano Valenti



vedremo come andrà a finire questa vicenda..
17/05/2011 09:58
 
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Re:
crazy boys, 17/05/2011 01.51:

Teramo paghera' i 500 mila euro. Antonetti: 'Serie A troppo importante'


16/05/2011 15:18


- Repubblica.it -




Carlo Antonetti è il primo presidente nella storia dello sport italiano che si trova a dover fare una scelta senza precedenti. La sua Teramo ha chiuso la stagione al penultimo posto della classifica. Fino all'anno scorso sarebbe retrocessa, ma ora può evitarlo pagando il "premio di risultato", detto anche e altrettanto impropriamente "wild-card". Entra una settimana deve formulare il suo intendimento di accedere all'opportunità, ed entro un mese mettere a disposizione della Lega mezzo milione di euro (contanti o fidejussione bancaria). Che poi andranno in tasca alla seconda classificata di Legadue, a parziale risarcimento della promozione che non c'è più. A poco più di due minuti dalla fine, la Banca Tercas vinceva a Bologna di sette punti, in controllo sulla gara. Un fallo antisportivo sanzionato a Fletcher su Sanikidze ha innescato la reazione della Virtus, che da quel momento non ha sbagliato più nulla (5/5 al tiro, 4/4 ai liberi). Ha sorpassato e vinto. A Teramo, che con De La Fuente ha fallito il tiro della vittoria sulla sirena, è rimasta la rabbia per quel fischio e ciò che ha comportato. Complici peraltro i giocatori e quel che hanno saputo fare in quegli ultimi due minuti.

Presidente Antonetti, peggio la serata o la nottata?
"La serata è finita male, la rabbia è continuata nella notte e resta intatta oggi. Stavamo realizzando un sogno sportivo, con sacrificio, impegno, lavoro, senso di unità in mesi molto difficili. Eravamo già retrocessi e abbiamo continuato a combattere".

Se l'analisi della partita resta la stessa di ieri, la sua qual è?
"A Bologna abbiamo giocato una grande partita, meritando una vittoria che avevamo in mano. Il lato economico ha una valenza non indifferente, ma ciò che fa più male è la sconfitta morale per un fischio che ci ha negato l'impresa sportiva. Che resta l'essenza di questo mondo, al di là della posta in palio".

Il vostro girone di ritorno a lungo è valso quello di Varese e Bologna. Prima però tanti errori, quali?
"I problemi sono iniziati con il girone di ritorno dell'anno scorso, fatto di tante sconfitte che hanno scaricato l'ambiente. Intaccando anche il valore di Capobianco, persona che stimo e cui sono rimasto legato. La nostra stagione poi è iniziata con la sconfitta dopo un supplementare contro Milano, avanti di otto a tre minuti dalla fine. Proseguita con quella con Sassari prendendo canestro a 50 centesimi dalla sirena. Episodi che hanno accelerato la crisi, sono emersi problemi con alcuni giocatori, l'infortunio di Show, la ricerca di alternative sul mercato non arrivate nei tempi desiderati. Siamo partiti 0/6 e questo ha creato ansia, l'idea che non fossimo capaci di vincere una partita".

E' stata una stagione più sofferta per la squadra o per il club?
"Per il club molto sofferta. Ma vissuta con grande dignità, cercando per quanto possibile di non farla gravare sulla squadra. Il rischio che tutto si sfasci esiste anche nelle migliori famiglie. Abbiamo sempre creduto nei valori umani di chi formava questo gruppo e la prova tangibile di questo è l'essere arrivati all'ultima giornata ancora in corsa per l'impresa".

C'è un filo conduttore: dopo la coppa europea i club vanno in affanno. E' successo a Napoli, Avellino, Biella, voi.
"Abbiamo vissuto otto anni di Serie A salvandoci bene. Con una stagione strepitosa tre anni fa, terzi. Una specie di doping, un campionato così importante per un ambiente piccolo e non abituato a questo. L'Europa diventa una conseguenza, la difficoltà non è stato il competere in coppa quanto ciò che questo crea: il roster che va allungato, l'idea che il tuo target diventi medio-alto, i costi che salgono. Ma spendi soprattutto per difendere il tuo posto nei playoff, che è quel valore che non puoi perdere ma, al tempo stesso, diventa una sciagura. Se un anno li fai e quello dopo no, si perde la dimensione dell'impresa. C'è finita dentro anche Caserta, quest'anno. L'Europa non dà ritorno, ma ciò che pesa sono i costi italiani, la fiscalità. Ed il grande equilibrio: con cinque vittorie in più eravamo tra le seste".

Pensa che dopo otto anni di A a Teramo siano state esaurite, o saccheggiate, tutte le risorse? Un mese fa ha lanciato un appello. Dicendo "non ce la facciamo" e non era rivolto al mezzo milione.
"In questi ultimi giorni ho trovato consapevolezza attorno a ciò che valiamo. Questo club è cresciuto su tre pilastri ma quello delle istituzioni è venuto meno, quello dell'imprenditoria ha ridotto il suo apporto e così siamo rimasti noi tre soci a far sacrifici enormi. Dobbiamo rimettere in piedi un sistema e devo dire che uno spiraglio di luce si vede. Venerdì ad esempio abbiamo adempiuto a tutte le scadenze previste, in leggero anticipo sui tempi. C'è fermento e quindi possibilità. E le istituzioni devono tornare a darci un sostegno, la cultura non è solo andare a teatro o leggere un libro".

C'è anche un'altra verità: fino all'anno scorso, oggi Teramo sarebbe retrocessa. Stavolta invece no, le si offre una chance di salvare il suo diritto.
"E' vero. Dopo la sconfitta di Brindisi eravamo retrocessi. Andare a Bologna a giocarci il terz'ultimo posto è stata già un'impresa. La stavamo completando, con la vittoria. Ora dobbiamo trasformare la rabbia in energia positiva".

Parliamo del premio di risultato, della sua origine e della sua applicazione: era nato con l'idea di un ranking, oggi lo si vede come una multa salatissima e nulla più. Concorda?
"S'è fatta una cosa all'italiana, a mezza strada. Che fosse così si sapeva dall'inizio, capisco che la percezione è negativa, va perfezionata perché non rende onore ai meriti acquisiti negli anni e che svaniscono per una stagione sbagliata. In questo momento la retrocessione è un problema: alza i costi, non aiuta lo sviluppo, rende difficile far giocare gli italiani. Poi l'equilibrio che c'è coinvolge molte squadre e ci generano tensioni. E tra Serie A e Legadue c'è un abisso".

Lei è il primo presidente che deve soppesare la scelta. Salvare il titolo, che costa mezzo milione di euro, oppure accettare la Legadue che con una riduzione dei costi potrebbe dare un futuro meno complesso al club, in tempo di riduzione degli introiti.
"Oggi posso dire che i nostri sforzi sono tutti diretti per pagare quella cifra, mantenendo il diritto di Serie A. Una scelta forse antieconomica, ma logica per ciò che questo club rappresenta per il territorio. E poi noi la Legadue l'abbiamo fatta solo per sette mesi, saliti e subito promossi. Qui non c'è cultura di Legadue, ma quella di otto anni di Serie A. E tra i due campionati la differenza percepita è molto alta".

E' stato anche il primo presidente che, entrando in un palasport, ha provato a sbancarlo. Altrimenti avrebbe perso mezzo milione. Neanche al casinò...
"Una sensazione stranissima, molto pesante da sostenere. Un destino troppo legato alla pallina, al croupier, alla fortuna. Il bello dello sport è che a decidere tutto sia una partita, ma oggi si sono caricate di significati troppo elevati. Dal casinò sono uscito più povero, ma la ferita che sarà più dura da rimarginare sarà quella morale".

Cosa accadrà in questa settimana?
"Riuniremo la società, ma essendo in tre si fa presto... Inviteremo quanti ci possono dare un sostegno: le Istituzioni della città, della Provincia e della Regione. Ed i nostri sponsor, tutti quelli che ci vogliono dare una mano".

Di squadre che hanno fatto bene ne ha avute parecchie, giocatori come allenatori: il gruppo di Ramagli dove lo mette in questa classifica?
"In tutta sincerità, escludendo il grande lavoro di Ramagli, i primi sette mesi vorrei cancellarli. Negli ultimi due invece la qualità di questa squadra ha raggiunto livelli insperati".

Salvata la Serie A si riparte da Ramagli, quindi?
"La sua positività ha generato un forte senso di riscatto. Perché abbiamo comunque realizzato un'impresa, pure se incompiuta. Appena potrò farlo esprimerò a Ramagli il desiderio di ripartire con lui".

Ma lei, Antonetti, ha ancora desiderio di proseguire?
"Dopo dodici anni, da padre rischio di diventare nonno di questo club. Ma l'abbiamo creato assieme a qualche amico, spinto dalla passione per uno sport che ho giocato e porto dentro. Amo questa creatura, l'imprenditore arriva e se ne va, la passione invece non tradisce. L'impegno è sempre più gravoso e complesso. Però dopo quello che è successo ho una grande carica dentro. Anche per come è successo".

Certo che, all'ultima giornata, quel 4/4 da 3 punti di Peppe Poeta non se l'aspettava...
"Ho visto che rispetto a quando giocava da noi è molto migliorato nel tiro da tre... Sono contento per la Nazionale".

Stefano Valenti



vedremo come andrà a finire questa vicenda..



buffone già quest notizia era stata pubblicata da reed stai attento quando pubbliki le cose copione [SM=g8099] [SM=g8099] [SM=g7869] [SM=g7869] [SM=g7869] [SM=g7869] [SM=g7869]
18/05/2011 01:08
 
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Casale vince anche gara3 ed elimina Pistoia.

Incredibile quanto successo, con Joe Forte che gioca appena 13 minuti in cui segna 14 punti.

Poi a quanto pare dopo un screzio con Varnado decide di non rientrare più in campo.

Casale ringrazia e vince al supplementare.
___________________________________________
...nel mentre del sogno, è stato lì che ho visto volare "The G"...
18/05/2011 01:20
 
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Re:
Tequila., 18/05/2011 01.08:

Casale vince anche gara3 ed elimina Pistoia.

Incredibile quanto successo, con Joe Forte che gioca appena 13 minuti in cui segna 14 punti.

Poi a quanto pare dopo un screzio con Varnado decide di non rientrare più in campo.

Casale ringrazia e vince al supplementare.




non ci credo
18/05/2011 01:27
 
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Re: Re:
reed70., 18/05/2011 01.20:




non ci credo




Neanche Crespi.
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18/05/2011 12:37
 
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Tradimento Forte, Tuscany fuori




- La Nazione -

18/05/2011 10:12 - TUSCANY PISTOIA: Filloy 8 (1/3, 1/9), Forte 14 (3/3, 2/4), Porzingis 12 (4/5, 1/3), Toppo 10 (5/10, 0/1), Varnado 12 (5/11); Berti 6 (1/3, 1/5), Fucka 4 (2/3, 0/1), Saccaggi 2 (1/1). Ne Campanaro e Tuci. All. Moretti.
FASTWEB CASALE: Hickman 14 (2/7, 2/8), Malaventura 9 (1/6, 1/5), Taylor (0/1, 0/1), Fantoni 10 (4/8), Nnamaka 11 (4/5, 1/2); Gentile 5 (2/6, 0/2), Pierich 6 (2/4 da 3), Chiotti 13 (4/6), Ferrero 3 (0/2, 1/3), Masciadri 2. All. Crespi.
Arbitri: Pascotto (Venezia), Federici (Roma) e Perretti (Napoli).
Parziali: 13-16, 33-34, 54-46, 62-62.
Note: tiri liberi Pistoia 9/14, Casale 18/25, Rimbalzi: Pistoia 31, Casale 50. Usciti per 5 falli: nell’overtime Fantoni, Toppo e Porzingis. Spettatori 2500.


Luca Cecconi
IL MOMENTO chiave del match è accaduto alla metà del secondo tempino, con la Tuscany di poco avanti (29-26), durante un time-out. All’improvviso Forte e Varnado litigano come nemmeno due bambini dell’asilo e volano evidentemente parole grosse perchè Varnado dopo è una furia. Morale. I due non rientrano (scelta tecnica) fino all’intervallo. Dopo il riposo Varnado gioca, ma non Forte (seduto in panchina) che ha finito così la stagione. Sì, perchè la Tuscany, pur giocando una partita straordinaria per intensità, finisce per soccombere dopo un tempo supplementare. Sarà Casale (3-0 nella serie) a giocare la semifinale playoff. Un vero peccato, perchè con Forte — che è stato il miglior realizzatore giocando solo 13 minuti — è lecito pensare che la serie si sarebbe prolungata almeno fino a domani. Tant’è che la squadra di Moretti, nonostante tutto, ha condotto il match ininterrottamente dalla metà del terzo periodo, arrivando, grazie alla difesa (molta zona) e all’abnegazione di tutti quelli che sono scesi in campo, ad avere anche 9 punti di vantaggio: 54-45 allo scadere del terzo periodo e 60-51 (canestro del giovane Saccaggi) a metà dell’ultima frazione. Poi però la benzina è finita e Casale che, va detto, ha avuto Taylor, infortunato, solo per 8 minuti, lentamente e a fatica, con qualche aiutino anche degli arbitri, è riuscita a pareggiare le sorti dell’incontro. E’ stato Hickman il trascinatore, ma decisivo un canestro da 2 di Gentile, con un piede sulla riga dei 3 punti, a sancire il definitivo 62-62 a 4 secondi dalla sirena. Sul ferro, invece, il tentativo da 3 di Filloy allo scadere. Nell’overtime la Tuscany d’orgoglio ci ha provato ancora, grazie a Toppo, l’unico ancora con un po’ di energia (65-63 dopo 2’), ma poi il capitano è uscito per falli e Casale è scappata con Chiotti e con una tripla di Hickman. E’ finita con Forte rientrato negli spogliatoi tra i fischi, mentre Toppo e gli altri ricevevano gli applausi di tutto il pubblico durante un bellissimo giro di campo.
IN TANTI anni di basket non ci era ancora capitata una cosa del genere, non si era mai visto un giocatore che si rifiuta di scendere in campo. Il campionato è stato bellissimo, la squadra di Moretti è stata encomiabile e francamente Pistoia tutta (società, squadra e tifosi) non meritava un finale così amaro.


incredibile
[Modificato da reed70. 18/05/2011 12:37]
18/05/2011 12:42
 
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Re:
reed70., 18/05/2011 12.37:

Tradimento Forte, Tuscany fuori




- La Nazione -

18/05/2011 10:12 - TUSCANY PISTOIA: Filloy 8 (1/3, 1/9), Forte 14 (3/3, 2/4), Porzingis 12 (4/5, 1/3), Toppo 10 (5/10, 0/1), Varnado 12 (5/11); Berti 6 (1/3, 1/5), Fucka 4 (2/3, 0/1), Saccaggi 2 (1/1). Ne Campanaro e Tuci. All. Moretti.
FASTWEB CASALE: Hickman 14 (2/7, 2/8), Malaventura 9 (1/6, 1/5), Taylor (0/1, 0/1), Fantoni 10 (4/8), Nnamaka 11 (4/5, 1/2); Gentile 5 (2/6, 0/2), Pierich 6 (2/4 da 3), Chiotti 13 (4/6), Ferrero 3 (0/2, 1/3), Masciadri 2. All. Crespi.
Arbitri: Pascotto (Venezia), Federici (Roma) e Perretti (Napoli).
Parziali: 13-16, 33-34, 54-46, 62-62.
Note: tiri liberi Pistoia 9/14, Casale 18/25, Rimbalzi: Pistoia 31, Casale 50. Usciti per 5 falli: nell’overtime Fantoni, Toppo e Porzingis. Spettatori 2500.


Luca Cecconi
IL MOMENTO chiave del match è accaduto alla metà del secondo tempino, con la Tuscany di poco avanti (29-26), durante un time-out. All’improvviso Forte e Varnado litigano come nemmeno due bambini dell’asilo e volano evidentemente parole grosse perchè Varnado dopo è una furia. Morale. I due non rientrano (scelta tecnica) fino all’intervallo. Dopo il riposo Varnado gioca, ma non Forte (seduto in panchina) che ha finito così la stagione. Sì, perchè la Tuscany, pur giocando una partita straordinaria per intensità, finisce per soccombere dopo un tempo supplementare. Sarà Casale (3-0 nella serie) a giocare la semifinale playoff. Un vero peccato, perchè con Forte — che è stato il miglior realizzatore giocando solo 13 minuti — è lecito pensare che la serie si sarebbe prolungata almeno fino a domani. Tant’è che la squadra di Moretti, nonostante tutto, ha condotto il match ininterrottamente dalla metà del terzo periodo, arrivando, grazie alla difesa (molta zona) e all’abnegazione di tutti quelli che sono scesi in campo, ad avere anche 9 punti di vantaggio: 54-45 allo scadere del terzo periodo e 60-51 (canestro del giovane Saccaggi) a metà dell’ultima frazione. Poi però la benzina è finita e Casale che, va detto, ha avuto Taylor, infortunato, solo per 8 minuti, lentamente e a fatica, con qualche aiutino anche degli arbitri, è riuscita a pareggiare le sorti dell’incontro. E’ stato Hickman il trascinatore, ma decisivo un canestro da 2 di Gentile, con un piede sulla riga dei 3 punti, a sancire il definitivo 62-62 a 4 secondi dalla sirena. Sul ferro, invece, il tentativo da 3 di Filloy allo scadere. Nell’overtime la Tuscany d’orgoglio ci ha provato ancora, grazie a Toppo, l’unico ancora con un po’ di energia (65-63 dopo 2’), ma poi il capitano è uscito per falli e Casale è scappata con Chiotti e con una tripla di Hickman. E’ finita con Forte rientrato negli spogliatoi tra i fischi, mentre Toppo e gli altri ricevevano gli applausi di tutto il pubblico durante un bellissimo giro di campo.
IN TANTI anni di basket non ci era ancora capitata una cosa del genere, non si era mai visto un giocatore che si rifiuta di scendere in campo. Il campionato è stato bellissimo, la squadra di Moretti è stata encomiabile e francamente Pistoia tutta (società, squadra e tifosi) non meritava un finale così amaro.


incredibile



bah... [SM=g7876]

___________________________________________


18/05/2011 12:44
 
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incredibile e vergognoso.

si deve levare il potere ai giocatori di fare ste porcate, ad esempio con belle multe!!!
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