...i favi si stannu rappandu...
Per fronteggiare le difficoltà legate alle ultime prestazioni non certo esaltanti e agli infortuni occorsi a Li Vecchi e Gizzi, occorre che il Palalberti, domenica prossima, sia stracolmo di pubblico che inciti la squadra, aiutandola a superare l’ostacolo rappresentato dal Molfetta. Non servono spettatori che gremiscano gli spalti, assistendo passivamente o timidamente alla partita. E’ necessario che tutto il palazzo accompagni la squadra alla vittoria e che tutti noi tiriamo fuori la nostra barcellonesità, gridandola a gran voce. Il basket ha rappresentato nel passato e può rappresentare ancora oggi l’occasione per mettere in evidenza il cuore, la volontà e la tenacia che ci caratterizzano nella vita di ogni giorno e che molto spesso vengono offuscate da altre caratteristiche, purtroppo negative. I giocatori, a loro volta, hanno l’obbligo di ricambiare l’affetto che li circonda, calandosi nella realtà della nostra città e sentendosi parte integrante della stessa. I tifosi devono essere consapevoli del fatto che, anche alla luce degli infortuni di cui sopra, tutte le partite a venire saranno estremamente difficili. Gli stessi tifosi hanno però il diritto di pretendere che i propri beniamini diano il massimo in campo, uscendone sempre e comunque a testa alta. Soffriamo del mal di trasferta, è ormai noto. Si tratta comunque di un male che la squadra può superare attraverso la compattezza, la grinta, l’abnegazione e soprattutto la serenità. La serenità può e deve essere la chiave della risalita dell’Igea Barcellona. I tifosi devono comprendere quanto importante sia per la squadra allenarsi e giocare in un clima sereno, evitando di esaltarsi eccessivamente dopo una vittoria o deprimersi esageratamente dopo una sconfitta; in questo modo aiuteremo la squadra a crescere e maturare. Grazie al nostro grande Presidente, siamo rinati come città cestistica. Godiamoci questa ritrovata realtà e viviamola mantenendo i piedi ben saldi per terra. Non dimentichiamo che quanto bella e inebriante è stata la rinascita, tanto doloroso e scottante potrebbe essere il ritorno nell’anonimato.