La crisi del basket italiano nelle mani di un mito
Dino Meneghin nuovo commissario «Mi sento solo un traghettatore»
FONTE: Gazzetta del Sud
Il basket italiano nella mani di un mito del canestro azzurro, Dino Meneghin. Duecentosettantuno presenze in Nazionale, con quattro Olimpiadi disputate e un argento ai Giochi, più un titolo europeo vinto e un posto nella Hall of Fame: l'ex pivot di Varese e Milano è l'uomo scelto dalla Giunta del Coni per traghettare la Federbasket alle elezioni per il nuovo presidente, dopo le dimissioni di Fausto Maifredi.
Meneghin da commissario straordinario dovrà ricoprire un incarico delicato visto i problemi tra Lega e Giba sull'utilizzo degli stranieri in campionato. Ma ha subito chiarito: si sente un traghettatore, non pensa a una candidatura alla presidenza della Fip. «Non voglio fare proclami – ha dichiarato Meneghin durante la conferenza stampa di presentazione tenutasi nella sala Giunta del Coni -, mi ritengo un po' il Caronte della situazione e confido che, con il gioco di squadra, si possa fare un buon lavoro fino a quando non ci saranno le elezioni. Ringrazio prima Maifredi e poi Petrucci, che mi ha convinto ad accettare questo incarico molto impegnativo e difficile toccando un nervo scoperto: mi ha chiesto di dare al basket una parte di quello che mi aveva dato».
«Sin da quando ero piccolo - ha spiegato il nuovo commissario - mi hanno insegnato che quando ci sono grandi difficoltà l'impegno deve aumentare. Metto a disposizione la mia esperienza, la mia volontà, la voglia di fare, sperando di poter collaborare attivamente con le Leghe, l'associazione dei giocatori e degli arbitri».
Riferendosi alla Federazione, "Caronte" Meneghin ha detto di immaginarselacome «un grande vascello, tipo l'Amerigo Vespucci, dove tutti sono necessari e dove si lavora per raggiungere un obiettivo importante. In questo momento mi è stato dato l'onere di dirigere questo vascello ma io non sono venuto qui per dettare legge. Il mio compito è quello di portare al più presto un nuovo presidente federale e cercherò di capire come e quando saranno indette le nuove elezioni in modo da dare a tutti il tempo necessario per fare una campagna elettorale che però sia basata non sulla proposta di persone ma piuttosto sulla proposta di idee, di progetti da attuare una volta eletti».
Meneghin ha poi escluso una sua possibile candidatura a presidente federale: «Ho accettato con entusiasmo questo incarico a termine ma non penso di essere la persona adatta per fare il presidente a tempo pieno. Ci vuole una persona che dedichi anima e corpo a questo movimento, 365 giorni l'anno e le mie attività non me lo permettono. Per il momento quindi non penso di candidarmi, fermo restando che nel caso in cui il nuovo eletto dovesse avere bisogno di me troverà tutta la mia collaborazione».
Chi, sicuramente, vorrebbe Meneghin al vertice del basket è il presidente del Coni Gianni Petrucci: «Sul nome di Dino nessuno può discutere perchè è un monumento. Ecco, io sono riuscito spostare questo monumento perchè lui è sempre stato duro al richiamo di un'attività all'interno della politica federale. Ora avrà tutti i poteri che la legge prevede e necessari per dare al basket quella spinta affinchè possa riconfermarsi bello e popolare».