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«Barcellona, sono pronto a portarti in serie A»
Mike Green: i motivi della svolta? Ora ho la mia famiglia accanto ma il vero segreto sono... le scarpe nuove
Io sono Mike Green e sono qui per vincere il campionato. Vuole avere le ambizioni e la determinazione del suo playmaker la Sigma. Se la squadra del presidente Bonina è la squadra più "performante" degli ultimi venti giorni con i suoi tre successi in fila (striscia che nessuna delle altre 4 squadre che guidano la graduatoria può vantare) lo deve di certo anche ad un Mike Green versione extralusso. È lui l'Mvp di questo nuovo corso coinciso con l'arrivo di Sacco, tecnico che sembra avere avuto un ruolo importante per il prodotto di Butler University. Ma tra le ragioni del cambio di rotta, o meglio dell'accelerazione, ce n'è anche uno di cuore ed uno che, invece, arriva da più in basso. «A fare la differenza in questo cambiamento ci sono diverse cose – dice il 26enne americano – abbiamo cambiato allenatore, ma non solo. Sono felicissimo di avere accanto a me la mia famiglia e poi... ho cambiato le scarpe».
Già, perché dalle scarpe grigie di Ostuni, quando Barcellona non riuscì ad aver ragione della banda di Marcelletti giocando male, si è passati a quelle blu elettrico di queste ultime tre partite. Ma davvero è tutta colpa delle scarpe se un giocatore passa improvvisamente dai 14 punti di media ai venti delle ultime tre partite? Bastano davvero delle Nike diverse a giustificare il salto dai cinque ai quasi nove rimbalzi piuttosto che dal 18 di valutazione al 30 ed oltre di questi venti giorni? Probabilmente il fattore "scatenante" è, invece, proprio quello del cuore. Da qualche tempo Mike è stato raggiunto a Barcellona da LaTisha e dal piccolo e frenetico Jaqual («Non ho ancora capito se davanti all'Ipad sta più mio figlio o io» scrive Green su Twitter dove cinguetta spesso e volentieri). Insieme hanno imparato le delizie siciliane e per prima la granita, con e senza panna. «Non è stato un anno facile per me e questo indipendentemente da quello che può essere successo in campo. Sapere di avere loro alle mie spalle mi dà conforto».
Barcellona è dunque avvertita. Per continuare a vedere giocare Mike secondo quelle che erano le attese estive, basta allungare la vacanza italiana di LaTisha (autrice di un blog nel quale ogni tanto dispensa ricette italo-americane interessanti oltre a molti consigli di cosmesi) e Jaqual. Uno dei momenti di rottura, rispetto al recente passato, della stagione dell'americano di Philadelfia è stata la gestione del suo minutaggio. Giancarlo Sacco, sin dalla sua prima gara, ha scelto di affidarsi a Green con continuità ed in maniera incondizionata. Il playmaker, nell'avvio shock della gara con Jesi (marchigiani avanti 13-3 nei primi minuti) fu più volte beccato dal pubblico per via di una serie di macroscopici errori. Eppure il tecnico marchigiano non ha mai pensato di dargli fiato o risparmiargli qualche fischio.
«È lui il nostro leader, andiamo avanti così» avrà pensato Sacco e la risposta non è tardata ad arrivare. Da quel momento in poi, al contrario di quanto non avvenisse prima, Green non è mai uscito dal campo prima del 27'. Questa fiducia, il ragazzo che ad un certo punto della carriera avrebbe potuto essere compagno di squadra di LeBron James a Cleveland, la deve davvero aver apprezzata. «Ogni giocatore è più tranquillo ed in confidenza – dice Green – quando dopo ogni fischio degli arbitri non deve guardarsi alle spalle per vedere se tocca a lui uscire. La stessa cosa vale per me. Non so se questa è la squadra che ho sognato di vedere giocare quest'estate. Di certo abbiamo giocato molto bene queste ultime tre partite, ma a volte la gente dimentica che siamo la stessa squadra che ha vinto anche sei partite di fila in questa stessa stagione. Noi, vi assicuro, siamo un buon team».
Uno dei momenti più bui di Green a Barcellona (dalla sconfitta con Scafati a quella con Verona) coincise con qualche rumore di mercato che riguardava proprio l'americano. Stimolo o distrazione per lui? «Non hanno contato molto per me, in realtà. Nella post season il mio agente si metterà in moto per cercare altre squadre ma io ho un contratto con Barcellona e non penso ad altro se non vincere il campionato».
Domenico Bertè |